L'intervento di Giuseppina Di Bella

XX Congresso

L'intervento di Giuseppina Di Bella

di Esecutivo di Magistratura Democratica

XX Congresso Nazionale Magistratura Democratica – Reggio Calabria, 28 marzo 2015 

Ringraziamo la magistratura per aver accolto la nostra richiesta di partecipare a questo congresso.  “Diritti, giurisdizione e futuro. Il ruolo dei giudici nell’epoca dell’incertezza. Un titolo che vuole esprimere la problematicità dell’idea attuale di magistrato e dello stesso concetto di giurisdizione (…) e l’estrema incertezza della stessa esistenza dei diritti, progressivamente erosi sia da riforme legislative sia da una crisi che, alibi delle prime, li rende sempre più deboli, quando di fatto addirittura inesistenti” [1]

Desideriamo, al riguardo, evidenziare anche il progressivo indebolimento dei diritti del personale giudiziario, dei quali a gran voce invochiamo il riconoscimento. Abbiamo scelto di autorappresentarci, in assenza di interlocutori ufficiali capaci di farsi portavoce del nostro disagio, ed abbiamo costituito il Comitato Lavoratori Giustizia, spontaneo e indipendente le cui finalità principali sono il riconoscimento della nostra altissima specializzazione e competenza - che si realizza avviando le procedure per la progressione di carriera che attendiamo da 22 anni -  e che si proceda a nuove assunzioni negli uffici giudiziari esclusivamente con concorso pubblico.

Occorre premettere che il personale dell'Amministrazione della Giustizia negli ultimi 15 anni ha subìto una decrescita costante su tutto il territorio nazionale a causa di pensionamenti non compensati dall'adozione di politiche di ricambio generazionale, rispettose delle funzioni e delle esperienze maturate dai lavoratori del comparto. Pertanto, in questi 15 anni, noi dipendenti della Giustizia abbiamo sostenuto riforme a costo zero contrastando le disfunzioni e le carenze di organico con professionalità  e con senso di abnegazione, in totale assenza di riconoscimenti fondati sul merito, svolgendo con altissimo senso del dovere le nostre funzioni, spesso in sedi molto lontane dai luoghi di residenza, spesso in assenza della corresponsione di indennità ed emolumenti per il lavoro straordinario, prestato SOLTANTO PER LA GIUSTIZIA.

Proprio al fine di richiamare l’attenzione sulla assoluta indifferenza dell'Amministrazione Giudiziaria e delle altre istituzioni politiche rispetto alla condizione dei lavoratori della Giustizia abbiamo manifestato il nostro dissenso, sempre al di fuori dell’orario di servizio, al fine di non arrecare ulteriori disfunzioni. Seguiranno altre manifestazioni di protesta in simultanea in tutti gli uffici giudiziari, fino a che non otterremo il riconoscimento professionale di carriera concesso invece ai colleghi di tutte le altre amministrazioni nonché di altri settori della stessa amministrazione giudiziaria (Giustizia Minorile, D.A.P. e Archivi Notarili). Non accetteremo, ancora, che si protraggano le ingiustizie e contrasteremo percorsi alternativi al pubblico concorso per accedere agli uffici giudiziari.

Siamo stati ricevuti dal Ministro Orlando che ha dichiarato l’interesse del governo a procedere alla valorizzazione del personale di ruolo senza, tuttavia, operare ad oggi scelte coerenti con i manifestati intenti. Attendiamo l’elaborazione di una norma ad hoc che ristabilisca ordine nei vari comparti dello stesso Ministero, equiparando tutti i dipendenti egualmente specializzati ma, ad oggi, diversamente (e inspiegabilmente ) inquadrati; intanto apprendiamo che sono stati approvati in poco più di un anno ben sei emendamenti di legge a tutela dei tirocinanti o stagisti - impropriamente definiti "precari della Giustizia" - i quali (reclutati senza concorso ma attraverso procedure che sfuggono alla nostra cognizione) hanno svolto soltanto un periodo di formazione negli uffici giudiziari esclusivamente finalizzato all'acquisizione di nuove competenze.

La circostanza meritevole di approfondimento che intendiamo sottoporre all’attenzione di tutti è che i tirocini formativi, inizialmente finanziati con fondi europei, dal 2012 vengono finanziati con le risorse – attinte dal Fondo Unico Giustizia - originariamente destinate, con legge 111/11 (Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria)[2], all’incentivazione del personale di ruolo. Assistiamo, increduli,  dal 2012 ad oggi, a ingiuste modifiche a quest’ultima legge, sotto forma di discutibili emendamenti previsti dalle leggi di stabilità 2013 e 2014 (L. 228/12 e L.147/13) e in ultimo dal decreto legge 192/14 (cd. “MILLEPROROGHE 2015”)[3] , emendamenti che sottraggono all’incentivazione del personale di ruolo la medesima quota del Fondo Unico Giustizia, per destinarla (ad libitum?) alla prosecuzione di questi tirocini formativi, e con i quali si realizza dunque l’ennesima beffa ai nostri danni nonché, a nostro avviso, un evidente spreco di risorse pubbliche, atteso che i periodi di formazione non sono in alcun modo assimilabili a rapporti di lavoro subordinato. 

Il disinteresse del Ministro nei confronti delle istanze portate avanti, con civiltà, dai dipendenti giudiziari è stato ulteriormente dimostrato dalla pubblicazione in data 20 gennaio 2015 del bando di mobilità volontaria esterna per la copertura di complessivi 1.031 posti vacanti di personale amministrativo destinato agli uffici giudiziari, ripubblicato il 27 febbraio 2015. Questa procedura, rivolta a personale dipendente a tempo pieno ed indeterminato appartenente non solo al comparto Ministeri ma anche ad altre amministrazioni, lungi dal rappresentare “un importante risultato per salvaguardare la funzionalità e l’efficienza degli uffici giudiziari” – che soltanto l’impiego di personale specializzato può garantire - produce la irreparabile conseguenza di esautorare tutte le posizioni professionali alle quali legittimamente da 20 anni aspiriamo. Esprimiamo profondo rammarico per la improvvida scelta dell’Amministrazione di escludere i dipendenti giudiziari dalla possibilità di concorrere per il riconoscimento di professionalità e competenza che hanno impedito il collasso del sistema Giustizia, al quale si aggiunge l’amarezza per l’insussistenza di politiche gestionali di sostegno al personale, dirette a incentivare ogni forma di motivazione professionale e del senso di appartenenza all’Istituzione.

Nel prendere atto che la magistratura ha denunciato “la grave crisi di efficienza e funzionalità del sistema giudiziario italiano, che si traduce in crisi di credibilità della Giustizia, sta chiedendo al Governo e al Legislatore, tra l’altro, interventi sugli organici, sulla riqualificazione e sulla formazione del personale amministrativo, ormai ridotto a livelli inferiori a quelli di minima funzionalità e gravato da crescenti responsabilità”[4] ci uniamo alla richiesta e insistiamo, ancora una volta, affinché il Ministro rivolga tutto il suo impegno al reperimento delle risorse per avviare le procedure di progressione in carriera, con priorità assoluta rispetto ad altri interventi sugli organici; chiediamo la formazione permanente dei lavoratori giudiziari e il rinnovo del contratto, bloccato dal 2008; auspichiamo a una migliore organizzazione degli Uffici, a fronte di interventi frammentari e non funzionali che sviliscono il ruolo dei lavoratori, ed esigiamo, a garanzia di uguaglianza ed imparzialità, che si proceda a nuove assunzioni esclusivamente nel rispetto delle norme e della Costituzione.

Tutto ciò al solo fine di restituire al sistema Giustizia efficienza e dignità.


Comitato Lavoratori Giustizia

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[1] Relazione Segretario Generale MD

[2] Art.37 comma 11 D.L. 6 luglio 2011, n. 98 conv. L.111/11

Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria.

11. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze e della giustizia, è stabilita annualmente la ripartizione di una quota parte delle risorse confluite nel Fondo di cui al comma 10 tra la giustizia civile, amministrativa e tributaria. Per il primo anno un terzo di tale quota è destinato, a livello nazionale, a spese di giustizia, ivi comprese le nuove assunzioni di personale di magistratura ordinaria, amministrativa e contabile, nonché degli Avvocati e Procuratori dello Stato, in deroga alle limitazioni previste dalla legislazione vigente; per gli anni successivi la riassegnazione prevista dal comma 10 è effettuata al netto delle risorse utilizzate per finanziare le predette assunzioni; la restante quota viene destinata, sulla base dei dati comunicati dal Ministero della Giustizia e dagli organi di autogoverno della magistratura amministrativa e tributaria anche in favore degli uffici giudiziari che abbiano raggiunto gli obiettivi di cui al comma 12 nella misura del cinquanta per cento all'incentivazione, sulla base delle modalità previste dalla disciplina di comparto, del personale amministrativo anche in deroga alle disposizioni di cui all'articolo 9, comma 2-bis, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e del cinquanta per cento alle spese di funzionamento degli uffici giudiziari. Tale ultima quota, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze e della giustizia, sentiti i competenti organi di autogoverno della magistratura ordinaria, amministrativa e tributaria, può essere, in tutto o in parte, destinata all'erogazione di misure incentivanti, anche in deroga alle disposizioni di cui all'articolo 9, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, in favore del personale di magistratura, e nei riguardi dei giudici tributari all'incremento della quota variabile del relativo compenso. Con il decreto di cui al precedente periodo vengono, altresì, definiti i criteri e le modalità di attribuzione degli incentivi. Negli anni successivi, quota parte delle predette risorse, al netto degli oneri a regime destinati il primo anno alle assunzioni di personale, viene destinata, con le medesime modalità, in quote uguali, all'incentivazione del personale amministrativo e al funzionamento degli uffici giudiziari.         

[3] decreto legge n. 192 del 31.12.2014 (“MILLEPROROGHE 2015”)

a proposito dei tirocini formativi:

12. All’articolo 37, comma 11, del decreto legge 6 luglio 2011 n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011 n. 111, le parole “31 dicembre 2014” sono sostituite dalle seguenti: “28 febbraio 2015”. Al relativo onere si provvede mediante l’utilizzo delle risorse del Fondo Unico Giustizia di cui all’art. 2, comma 7, lettera b) del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n. 181.

[4]Delibera assemblea generale dell’ANM – Roma 9 novembre 2014

31/03/2015

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