A quattro mesi di distanza dalla visita e dalla successiva conferenza stampa nella quale denunciavamo, con Antigone, le condizioni di estremo degrado del carcere di Sollicciano la situazione è immutata.

L’umidità e l’acqua invadono buona parte delle sezioni, l’area trattamentale per la salute mentale è completamente inagibile, l’istituto non ha un direttore di ruolo, le scoperture nell’organico della polizia penitenziaria costringono il personale a turni massacranti, il personale medico e gli operatori sono insufficienti.

La vita dei detenuti non solo è un vuoto trascorrere del tempo per l’impossibilità di progettare un percorso trattamentale, ma anche un tempo di sofferenza fuori dalla legge e fuori dai principi costituzionali e sovranazionali.

Già a marzo abbiamo chiesto la chiusura dell’istituto sensibilizzando il Ministero, i parlamentari locali, le istituzioni, Regione e Comune. A parte una risposta di attenzione del Presidente della Regione e della senatrice Ilaria Cucchi, niente è cambiato.
Mentre il caldo estivo aggrava gli effetti del sovraffollamento e si moltiplicano le segnalazioni di disagio, di autolesionismo o di resistenza passiva, il Governo propone progetti di costruzione di celle prefabbricate nei cortili o piani di attuazione della libertà anticipata idonei a soggetti con un
domicilio: soluzione che, oltre a non essere immediata, non si attaglia alla popolazione di Sollicciano, composta per il 75% da stranieri, per la maggior parte senza la disponibilità di un alloggio.


Il carcere di Sollicciano è un luogo disumano per i detenuti e per chi ci lavora. Sollicciano va chiuso.

 

La sezione Toscana