
Fini-Giovanardi
L'illusione repressiva
(e le ipocrisie)
Dopo avere prodotto per anni leggi che accrescono la repressione penale di fenomeni e di criticità sociali, una parte consistente del mondo politico segue con partecipazione (e scarsezza di proposte) i richiami del Capo dello Stato che ci ricorda le scadenze del prossimo mese di maggio (effettività della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'uomo) che ha condannato l'Italia per le disastrose condizioni carcerarie.
Nel frattempo sono passati anni dall'entrata in vigore della legge che aggravò il trattamento penale per le droghe "leggere" parificandolo a quello delle droghe "pesanti" e portando in carcere migliaia di piccoli spacciatori di hashish e marijuana ma anche coltivatori di canapa (e qui i giudici ci hanno messo del loro...).
Ancora una volta è toccato alla Corte costituzionale (e a chi l'ha sollecitata) intervenire per riportare un pò di razionalità nella materia. Al di là delle motivazioni che leggeremo, si apre la possibilità/necessità di ripensare le scelte infelici del legislatore del 2006 e provare a trovare soluzioni diverse.
La parola tornerà al legislatore, ma intanto i magistrati dovranno rimboccarsi le maniche per trovare le soluzioni interpretative di una disciplina che la sentenza della Consulta ha mutilato e per trattare con intelligenza processi e persone che ogni giorno vengono all'attenzione degli uffici giudiziari. Sperando che la congerie del momento politico non finisca per condurre a esiti diversi da quelli che razionalità vorrebbe.
Luigi Marini (presidente Magistratura democratica)
(12 febbraio 2014)
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