Lunedì 1° settembre sono ripresi i lavori consiliari con le sedute delle commissioni e i due plenum straordinari di mercoledì 3 e giovedì 4 (quest’ultimo, presieduto dal Presidente Mattarella, già fissato da fine luglio, solo ed esclusivamente per la discussione e votazione delle proposte relative alla nomina del Primo Presidente della Cassazione).
La fissazione di un ulteriore plenum straordinario si è resa necessaria a seguito della nomina di un nuovo componente laico (stante le avvenute dimissioni dell’avv. Natoli) e della promulgazione, sempre nei primi giorni di agosto, del DL che ha previsto misure straordinarie per il settore giustizia ai fini del raggiungimento degli obiettivi del PNRR (il DL ha previsto tempi brevissimi per l’adozione consiliare dei provvedimenti per l’attuazione di tali misure).
Plenum del 3 settembre: dopo la ratifica della elezione del nuovo componente laico, prof. Daniele Porreca, sono state discusse le delibere per l’attuazione delle misure straordinarie previste per il raggiungimento del PNRR (approvate con il voto favorevole di tutti i consiglieri e la sola astensione del cons. Morello) in uno ai bandi attuativi (copertura delle sedi di Appello con maggiori criticità e disponibilità all’applicazione da remoto).
Plenum del 4 settembre: due le proposte all’attenzione del plenum: proposta A in favore Di Pasquale D’Ascola (4 voti in quinta commissione: Carbone Ernesto, Miele, Carbone Maurizio, Forziati) e proposta B, in favore Stefano Mogini (2 voti in quinta commissione: Eccher e Paolini).
All’esito della votazione plenaria è stato nominato Pasquale D’Ascola con 14 voti (Carbone Ernesto -relatore-, Papa, Romboli, Cosentino, Basilico, Chiarelli, Morello, Carbone M., Abenavoli, D’Auria, Forziati, Laganà, Bisogni, Miele)
La proposta B in favore di Stefano Mogini ha ricevuto 13 voti (Eccher -relatrice-, D’Ovidio, Marchianó, Mazzola, Nicotra, Paolini, Cilenti, Scaletta, Giuffrè, Bertolini, Bianchini, Aimi e Porreca)
Si sono astenuti la PP, il PG, il vP, Fontana e Mirenda
L’astensione dei consiglieri Fontana e Mirenda (le cui ragioni sono state illustrate dal primo nell’intervento svolto in plenum) era stata preceduta, nel pomeriggio del 3, da una conferenza stampa indetta dagli stessi, nel corso della quale avevano illustrato le ragioni della scelta che si apprestavano a fare il giorno seguente.
Si è trattato di scegliere tra due proposte che vedevano come concorrenti due aspiranti di indubbio ed elevatissimo valore, seppur con una storia professionale molto diversa tra loro.
Ho ritenuto di dover esprimere la mia preferenza per la proposta A in forza di una interpretazione quanto più possibile rigorosa e stringente del nuovo TU. Invero, alla luce del nuovo testo unico oggi vigente entrambe le proposte erano legittimamente sostenibili, stante la formulazione dell’articolo 23 TU, che regola espressamente la nomina degli apicali di legittimità. Tanto perché la formulazione dà adito a una duplice possibilità di lettura: dopo il primo periodo -che menziona, quali indicatori attitudinali, il pregresso svolgimento di funzioni direttive di legittimità, anche con riguardo alla titolarità della presidenza di una sezione della cassazione e, per il conferimento di ruoli apicali, il pregresso svolgimento di funzioni direttive superiori di legittimità- é espressamente indicato che “rilevano parimenti” gli indicatori di cui agli articoli 21 e 26 primo comma, ai quali devono aggiungersi quelli di cui all’art.29 V co. (incarichi svolti fuori ruolo con funzioni apicali o comunque dirigenziali) che, per espressa previsione dell’attuale TU, sono equiparati a quelli della lett.a dell’art.21. (art.29 V co. ultima parte).
Orbene, è del tutto evidente che l’avverbio “parimenti” può avere una duplice lettura: 1) o nel senso che i parametri dell’art. 23 hanno “pari” dignità di quelli di cui agli artt. 21, (integrato dal 29 Vco.) e 26 I co. TU -deponendo in tal senso la norma di chiusura dei criteri di valutazione, in forza della quale tutti i parametri vanno valutati unitariamente e congiuntamente; 2) oppure nel senso che rilevano “altresì”, ponendosi conseguentemente in posizione sottordinata rispetto a quelli indicati nella prima parte dell’art.23 -tanto più se si considera che l’inciso in esame è preceduto da un punto, a sottolineare la cesura tra il primo ed il secondo periodo.
Ebbene, tra le due letture io ho preferito la seconda che vi ho illustrato, non solo in base al dato letterale e sintattico, ma anche in forza della lettura “rigida” e quanto più possibile stringente delle norme di questo nuovo TU.
Considerazioni:
Poche battute sul plenum del 3 settembre: abbiamo dato attuazione a quanto previsto dal DL di agosto, che ha recepito parte delle proposte fatte a luglio dal CSM (a seguito delle interlocuzioni in sede di tavolo paritetico) e delle quali vi ho dato conto nel precedente report. Sono misure straordinarie ed eccezionali, in particolare quelle che concretizzano in capo ai dirigenti poteri di scelta ampi nel “cosa” trattare da qui a giugno 2026. Poteri di scelta sui quali occorrerà vigilare, anche a tutela del principio del giudice naturale e del rispetto del diritto dei cittadini -di tutti i cittadini (e non solo di quelli che hanno affari pendenti che influiscono sul raggiungimento degli obiettivi del PNRR) – a risposte in tempi ragionevoli alla loro domanda di giustizia.
E veniamo alla nomina del primo presidente: Come ho detto, ci siamo trovati in presenza di due opzioni interpretative, entrambe pienamente legittimate da una formulazione non chiara ed univoca del testo di normazione secondaria.
Io ho optato per la seconda che vi ho illustrato: innanzitutto perché maggiormente aderente al dato letterale della norma; in secondo luogo perché questa è un’interpretazione in linea con la scelta di fondo che ho fatto da quando sono in Consiglio: un approccio rigido e rigoroso nell’applicazione delle norme -come è connaturato nell’esercizio della funzione giudicante che ho svolto per quasi quarant’anni- per una scelta quanto più possibile leggibile e trasparente, evitando, nel contempo, il rischio di letture esterne inquinate da retropensieri.
Le stesse ragioni mi portarono a contribuire alla formulazione della proposta contrapposta (rispetto a quella poi approvata) sul nuovo testo unico, ed a sostenerla con forza e profonda convinzione. Proposta che non fu approvata in plenum per un solo voto di scarto.
Ciò premesso, non mi appare quindi peregrina la scelta di astensione operata dai consiglieri Mirenda e Fontana, vieppiù alla luce delle ragioni esposte in consiglio.
Non è affatto la prima volta che un consigliere si astiene, anche su pratiche particolarmente delicate. L’abbiamo visto anche da ultimo sulle misure straordinarie e urgenti per il PNRR, sia nelle votazioni di luglio che in quelle di mercoledì 3 settembre.
Ed anche io stessa, al pari di pressoché tutti i consiglieri, in alcune occasioni mi sono astenuta. Ne ho esplicitato le ragioni, che potranno poi aver avuto o meno condivisione.
Dunque, proprio alla luce delle motivazioni che sono state illustrate in consiglio, non ritengo che questa scelta di astensione vada letta nel senso di “chiamarsi fuori” in un momento topico. O peggio, come scelta “pretestuosa”.
Mi sembra, al contrario, del tutto evidente che è il precipitato di una difficoltà, di un malessere profondo, frutto di quel senso di impotenza a porre un reale rimedio a situazioni che possono dare adito a possibili letture opache delle scelte consiliari.
Senso di impotenza che molti di noi in tante circostanze hanno più volte avvertito, anche se, tuttavia, l’abbiamo esplicitato in modo differente.
Infine, un ringraziamento speciale alla Presidente Cassano, che l’8 settembre andrà in pensione.
Non ci sono parole adeguate che possano esprimere il suo irraggiungibile valore, di donna e di magistrato.
Sempre puntuale, rigorosa e attenta.
Donna delle Istituzioni, nelle quali si è sempre impegnata, ed a difesa e tutela delle quali si è sempre battuta, dimostrando nei fatti cosa significhi essere davvero indipendenti.
E sempre con pacatezza e fermezza ineguagliabili, accompagnate, tuttavia, da un sorriso sereno e rassicurante, proprio di chi profondamente, e per davvero, crede in ciò che afferma.
Un esempio per noi tutti.
Io personalmente ho imparato molto da lei e non finirò mai di esserle grata per tutto quello che ci ha dato, per quanto ha fatto per le istituzioni. Con l’auspicio che i suoi preziosi contributi non vengano mai a mancare, anche dopo l’inizio della nuova vita.