“Non posso. Non la voterò convintamente”

Intervento di Domenica Miele al Plenum del Csm del 16 luglio 2025

Avrei voluto aprire questo intervento dichiarando che “ voterò convintamente questa delibera” .
Ma non posso.
Non la voterò “convintamente”.
Non la condivido pienamente eppure la voterò, solo ed esclusivamente per senso di responsabilità istituzionale. Con quel senso di responsabilità istituzionale che connota i magistrati ed il mio agire in questo Consiglio.
Parliamo di una delibera che nasce all’interno del tavolo paritetico, su sollecitazione del ministero, che ci ha chiesto aiuto per capire come raggiungere l’obiettivo fissato dal PNRR per il giugno 2026.


Non posso non premette e non sottolineare, -senza ripetere le parole del consigliere Bisogni, nel cui intervento mi riconosco appieno- come in questi anni, dal 2021, ma anche in precedenza, la magistratura abbia sempre fatto la propria parte. E la ha fatta in modo eccezionale. Soprattutto in questi ultimi anni. Solo grazie al grande impegno e all’abnegazione della magistratura è stato possibile raggiungere parte degli obiettivi concordati con la Commissione europea. L’obiettivo che non è stato raggiunto – e che difficilmente lo sarà entro il termine – è il disposition time, la durata media dei processi. Il CSM si è assunto la responsabilità, in molte delibere, di tenere presenti le soluzioni individuate nel tavolo paritetico. Ricordo benissimo che nell’individuazione delle sedi in Terza commissione sono state sempre tenute in considerazione le indicazioni ministeriali sulle sedi più a “rischio”, più in difficoltà.

E mi chiedo: cosa hanno fatto gli altri attori istituzionali per far sìche gli obiettivi concordati divenissero raggiungibili?
Certo, è stata finalmente varata la normativa sugli UUPP, sull’ufficio del processo. E tuttavia sappiamo bene che essi, in forza del mansionario licenziato dal ministero, e delle croniche carenze di personale, sappiamo che essi non sono stati completamente destinati alla giurisdizione, ma in maniera rilevante al settore amministrativo.
Quindi gli UPP sono stati di fatto utilizzati al 50% per sopperire alle carenze organiche di amministrativo.
E se noi oggi ci facciamo carico di licenziare questa delibera pesante e lacerante per l’assetto della magistratura, gli altri attori istituzionali cosa hanno fatto in questi anni? Abbiamo assistito a una panpenalizzazione, ad una proliferazione delle fattispecie di reato.


Abbiamo assistito a innumerevoli ritocchi e addende al c.p.c., che hanno frammentato in mille rivoli il rito civile, ingolfandone il relativo settore.
Abbiamo visto affossare le corti d’appello, già anello debole della giurisdizione in termini di arretrato, con l’attribuzione della materia della protezione internazionale, che se fosse rimasta in primo grado avrebbe pesato meno sui target. Materia che è andata a gravare sul settore civile delle Corti, proprio quello più a rischio di non raggiungimento del disposition time, proprio su quel settore (secondo grado) che tanto incide e pesa in termini di raggiungimento del predetto obiettivo.
È stato fatto forse qualcosa per rivedere le piante organiche, del tutto inadeguate rispetto alla domanda di giustizia?
È stato avviato un serio programma di revisione delle circoscrizioni giudiziarie, cercando di ottimizzare al meglio le risorse (poche) che abbiamo?
No.
Nulla di tutto questo.

Ci si è concentrati su altro, separazione delle carriere e riforma costituzionale del CSM, che nulla hanno a che vedere con gli obiettivi del PNRR.

Dunque, ricordo alla consigliera Bertolini che la reprimenda sulle responsabilità va rivolta a tutte le istituzioni responsabili dello stato attuale.
Quanto agli emendamenti:
Condivido l’emendamento dei consiglieri Cosentino e Romboli, che sprona a mettere più risorse nelle corti d’appello, soprattutto del settore civile. Ed anche qui mi chiedo cosa abbiano fatto, quali provvedimenti siano stati adottati da chi a tanto è preposto, per far seguito alla decisione della Corte Costituzionale prevedendo una soluzione a fronte di una preziosa risorsa (i goa) non più utilizzabile.


Quanto all’emendamento soppressivo delle consigliere Bertolini ed Eccher), voterò contro. Dissento dalla premessa, cioè che ci sia stata una invasione di campo del CSM in materie riservate al legislatore. Si tratta di richiamare tutte le istituzioni ai propri doveri. Ancor più quando gli “arretrati delle altre amministrazioni si riverberano negativamente sull’amministrazione della giustizia, ingolfandola o comunque rallentandone le decisioni. Il ministero degli esteri e le sue articolazioni sono già competenti per legge a occuparsi delle richieste di protezione internazionale, la PA è già competente ad esaminare preventivamente le richieste di riconoscimento della cittadinanza.

Suggerire di sollecitare tali enti ad evadere le pratiche di loro competenza, che, se rimangono giacenti, si riverberano negativamente, gravandola, la giurisdizione non è una invasione di campo del CSM.
È un richiamo forte a quel senso di responsabilità istituzionale che deve permeare noi tutti.