Speciale XXI Congresso
L'intervento di Giorgio Falcone
(testo concordato e condiviso tra tutti i componenti del Coordinamento)
Due saluti speciali.
Un primo saluto ad Anna Canepa, bentornata! ti aspettavamo, perché sei certamente mancata a tutti i magistrati di Area!
Un
altro saluto e un pensiero speciale, in questo tragico momento, vanno a
Mario Suriano …. a lui e a sua moglie Roberta Manzon: vogliamo
esprimere anche in questa sede la nostra vicinanza e il nostro affetto, a
nome di tutti i magistrati di Area, oltre a ringraziare Mario per il
lavoro svolto come Portavoce del Coordinamento, al cui interno ha saputo
garantire unità d’azione e collegialità nelle decisioni.
Vogliamo ricordare il percorso di questo primo anno di operatività del Coordinamento.
Appena eletti abbiamo dovuto affrontare da subito il Congresso dell’ANM:
· abbiamo preparato un intervento del portavoce discusso e condiviso all’interno del Coordinamento;
·
abbiamo svolto un ruolo incisivo sulla mozione congressuale finale,
nella quale siamo riusciti ad inserire il tema della questione morale;
era appena esploso il caso della Sezione Misure Prevenzione a Palermo,
ma il tema era praticamente assente nella versione originaria.
Siamo
riusciti ad ottenere una presa di posizione forte, declinando il tema
sia sul piano associativo, in vista delle più opportune modifiche
statutarie che consentissero di dare effettività ai poteri dei
probiviri; sia sul piano della dirigenza degli Uffici, della
responsabilità dei dirigenti e dell’autogoverno.
Si tratta di un tema, quello della questione morale, che abbiamo ripreso in più occasioni, anche di recente, con riferimento alla vicenda che riguardava uno degli aspiranti al posto di Procuratore di Cagliari: siamo intervenuti per ribadire la centralità di una verifica del profilo etico degli aspiranti dirigenti, guardando con favore anche in quel caso ad un allargamento delle fonti di conoscenza utilizzabili dal Consiglio.
Appena insediati eravamo già praticamente immersi nel clima arroventato dei referendum sui carichi esigibili.
L’impostazione
corporativa dei quesiti ci ha messo in enorme difficoltà, perché si
tratta di temi che certamente non appartengono storicamente alle corde
della magistratura progressista.
Abbiamo tentato di declinare i
carichi esigibili in termini di efficienza del servizio, riconducendoli
non al carico massimo individuale, raggiunto il quale il magistrato
poteva sentirsi legittimato a posare la penna (ricordate? … la
fantasmatica cifra secca!...), ma rapportandoli ai singoli uffici (i
c.d. livelli di servizio) e collegandoli ai programmi di gestione e ai
criteri di priorità.
Forse abbiamo limitato i danni, ma indubbiamente i referendum hanno segnato una sconfitta secca per le nostre posizioni.
Forse
si poteva osare di più, ma il tempo ci ha dato ragione, perché la cifra
secca non l’ha ancora trovata nessuno, pochi ormai ne parlano… ed i
referendum si sono rivelati per quel che erano: un’arma utilizzata dalla
magistratura conservatrice e corporativa per raccogliere consensi,
parlando alla pancia dei magistrati. Qualcosa è stato preannunciato per
il prossimo CDC del 18 novembre… vedremo!
Il clima acceso della
competizione elettorale è proseguito dopo i referendum con le elezioni
del CDC, in vista delle quali abbiamo incontrato non poche difficoltà
nell’individuare le candidature. La risposta dei territori è stata
deludente e vi sono state difficoltà per individuare candidature anche
solo di servizio: per la prima volta, forse, nella storia della
magistratura progressista e dei Gruppi che l’hanno rappresentata, non
sono state riempite tutte le caselle delle candidature!
Un pessimo segnale che questa volta parte dal nostro interno.
Un
problema di disaffezione, che sta erodendo le forze e le vocazioni
anche nelle fila della magistratura progressista, come purtroppo
confermano anche le scarse adesioni ai gruppi di lavoro di Area, che non
sono ancora stati ufficialmente costituiti, proprio a causa di una
risposta del tutto insoddisfacente da parte della magistrati che si
riconoscono in Area. In tal senso abbiamo preferito fino ad ora
richiedere collaborazioni a singoli o a piccoli gruppi su specifici
lavori o progetti, in attesa di porre il problema in occasione della
prossima assemblea.
Subito dopo abbiamo dovuto affrontare anche le elezioni dei Consigli giudiziari, in vista delle quali abbiamo cercato di mantenere i contatti con i distretti e di elaborare una serie di obbiettivi comuni, con la elasticità necessaria per essere adattati alle peculiari esigenze e situazioni dei territori.
Referendum
costituzionali: dopo avere ribadito, con una presa di posizione forte,
il sacro santo diritto dei magistrati – come singoli e come gruppi - di
partecipare alla discussione pubblica in materia di riforme
costituzionali e di prendere rispetto ad esse posizione, abbiamo
organizzato l’incontro del 14 maggio, sotto forma di assemblea dei
referenti distrettuali, aperta a tutti gli interessati e preceduta da
incontri e consultazioni nei territori.
Ne è emerso un panorama
variegato, all’esito del quale abbiamo deciso di non aderire formalmente
come Area ai comitati per il NO, pur evidenziando che la maggior parte
dei magistrati di Area è contraria a questa riforma, indicando quelli
che secondo noi sono i principali profili di criticità e sollecitando
iniziative di Area nei territori, volte ad informare l’opinione pubblica
sui contenuti della riforma. Abbiamo ritenuto, assumendocene la
responsabilità politica, che questa posizione fosse quella più
rispettosa delle diverse sensibilità emerse nel corso del dibattito.
Abbiamo lavorato nella prima metà di quest’anno sullo Statuto di Area, per dare attuazione a quanto deliberato dall’Assemblea generale del giugno 2015, costituendo Area come associazione non riconosciuta. Ora ci stiamo attivando per costruire il sito di Area, aprire un conto corrente, e dare operatività alle adesioni ad Area con le quote contributive, che stabiliremo in termini progressivi, con almeno due fasce, a seconda della classe stipendiale.
Nel frattempo abbiamo cercato anche di
curare l’aspetto della comunicazione, a seconda delle contingenti
vicende che rendevano utile o necessario un nostro intervento:
In questo solco si inseriscono gli interventi:
-
in risposta alle esternazioni del sottosegretario Ferri (ricordate?
L’intervista in cui diceva che i magistrati devono sempre farsi carico
delle ricadute delle loro decisioni sui rapporti economici, con
l’infelice esempio dell’azienda mafiosa sequestrata, con conseguente
perdita dei posti di lavoro), di Matteo Salvini (in un attacco
sconsiderato ai magistrati per il solo fatto che qualcuno di loro aveva
osato indagare dei leghisti) del Presidente della Corte Costituzionale e
di alcuni parlamentari (a difesa delle decisioni di un Tribunale per i
Minorenni, peraltro era proprio quello che ha sede a Bologna);
- i comunicati di solidarietà ai magistrati turchi e alle vittime dell’attentato di Quetta in Pakistan
-
gli interventi in materia di intercettazioni, delitto di tortura,
contrasto alla corruzione, buone prassi, tirocinio, formazione,
trattamento pensionistico, fino ai recenti plurimi interventi nelle
materie trattate dal famigerato DL n. 168/16 e dalla relativa legge di
conversione.
Alcune iniziative hanno consentito di dare spazio
all’elaborazione del pensiero di Area, nei diversi settori
dell’Autogoverno e della Giurisdizione:
- abbiamo seguito i
lavori delle Commissioni di riforma dell’ordinamento giudiziario e del
Consiglio Superiore, elaborando schede informative sui relativi lavori e
sollecitando i territori per organizzare incontri di approfondimento,
raccogliendo opinioni e proposte, organizzando all’esito del percorso
un’assemblea dei referenti, aperta alla partecipazione di tutti gli
interessati;
- abbiamo organizzato un incontro sugli Uffici di
Procura, molto partecipato, che ha consentito di fare il punto sulle
nostre comuni posizioni, in vista di una sintesi che potrà favorire
anche le scelte dei nostri rappresentanti in Consiglio,
nell’elaborazione della nuova circolare;
- abbiamo prodotto una
serie di documenti che miravano a trattare in maniera organica singoli
temi: quello dei fuori ruolo, delle valutazioni di professionalità,
delle nomine dei direttivi; la soppressione dei Tribunali per i
Minorenni, la magistratura onoraria, l’innovazione tecnologica, il
problema delle risorse.
Abbiamo poi seguito da vicino il recente
incontro della GEC con Renzi e il Ministro della Giustizia,
individuando assieme al Gruppo di Area in CDC le proposte da avanzare
come magistratura associata.
In ogni caso, sui temi che erano
nell’agenda dell’ANM, abbiamo dovuto fare i conti con i vincoli che
derivano dalla nostra partecipazione alla giunta unitaria,
confrontandoci con il Gruppo di Area al CDC e preferendo per lo più
evitare interventi diretti.
Si poteva fare di più e meglio? Non lo mettiamo in dubbio e ne siamo consapevoli.
Ci
teniamo però a precisare che nessuno di noi ricorda richieste di
interventi e iniziative da parte di singoli o di gruppi che non siano
state vagliate e accolte da parte del Coordinamento.
In altre
parole, pur riconoscendo limiti e mancanze che scontano la necessità di
un confronto tra nove persone (che peraltro lavorano a tempo pieno nei
propri uffici), un confronto non sempre agevole nei modi e nei tempi, se
in qualcosa abbiamo mancato condividiamo questa colpa con chi avrebbe
potuto e dovuto sollecitarci ed eventualmente farsi avanti.
Indubbiamente
il funzionamento del Coordinamento a 9 spesso è complicato e certamente
qualcosa deve cambiare, ma ne parleremo tutti insieme in occasione
della prossima ed imminente Assemblea di Area, ove vi sarà uno spazio
per porre le basi di una nuova struttura direttiva, più agile, che possa
affermare con maggiore incisività l’azione politica di Area, rendendosi
nel contempo anche più riconoscibile all’esterno.
Segnaliamo anche che vi sono state alcune sovrapposizioni di voci che – seppure limitate a casi sporadici – hanno creato confusione nella base, soprattutto quella dei non iscritti ai due Gruppi, che ormai guardano ad Area come Gruppo unitario, che rappresenta l’intera magistratura progressista.
Su questo tema non possiamo che ribadire che:
1.
la Carta di organizzazione di Area approvata dall’Assemblea, organo
sovrano (ed ora anche dallo Statuto di Area) prevedono che sia il
Coordinamento nazionale a promuovere, elaborare e coordinare l’azione
politica di Area per la tutela e la realizzazione dei suoi principi ed
obbiettivi, in tutte le materie indicate dalla Carta dei Valori. Il
Coordinamento viene indicato come l’unico rappresentante di Area, nei
confronti delle istituzioni dell’autogoverno e della magistratura
associata;
2. l’attuale composizione del Coordinamento, per
volontà dell’Assemblea di Area, vede la partecipazione dei segretari dei
due Gruppi promotori, proprio al fine di garantire un’unica voce di
Area e far sì che in seno al coordinamento, attraverso la necessaria
opera di mediazione, venissero veicolate anche le prese di posizione dei
due gruppi.
La costruzione di Area è stata un percorso lungo e
faticoso, tuttora in divenire, un percorso che deve procedere tuttora
con gradualità e senza strappi.
Si tratterà prima o poi di decidere,
una volta per tutte, se Area con i suoi organi di rappresentanza debba
essere l’unica faccia e l’unica voce dell’intera magistratura
progressista, ovviamente attraverso il metodo della partecipazione e del
confronto tra le diverse sensibilità, che devono essere valorizzate,
perché sono e resteranno una ricchezza di Area.
Nel frattempo, visto
quanto stabilito nella Carta di organizzazione e vista la presenza nel
Coordinamento dei due segretari, si può almeno pretendere che, in prima
istanza, sia Area a parlare o ad essere sollecitata a farlo.
È
incontestabile il fatto che ci sono valori e punti fermi che possono
ormai considerarsi patrimonio comune di tutta la magistratura
progressista e che hanno trovato “codificazione” nella Carta dei Valori
di Area. Si tratta della base più solida dei nostri comuni valori:
-
la necessità di concorrere attraverso la giurisdizione alla
realizzazione del progetto costituzionale, come già si afferma nella
Carta dei Valori di Area (art. 1 CdV);
- la funzione
giudiziaria intesa come un servizio per il cittadino piuttosto che come
un potere, (art. 1 comma 1 e art. 6 CdV );
- l’attenzione alle
garanzie ed alle richieste di tutela che provengono soprattutto dalle
fasce deboli della società, per superare le forme di diseguaglianza e di
marginalizzazione, sempre più diffuse: pensiamo al mondo del lavoro, al
fenomeno dell’immigrazione, al carcere (art. 2 CdV in tema di
interpretazione);
- la promozione dei nuovi diritti e delle nuove istanze di tutela, a livello individuale e collettivo;
- il contrasto al carrierismo
-
il rifiuto di una concezione piramidale e gerarchica del sistema
giudiziario, di una visione burocratica della funzione e del ruolo e di
una dimensione corporativa della magistratura (Carta dei Valori art. 3
comma 2);
- l’attenzione alla qualità della giurisdizione,
oltre che all’efficienza del sistema e alla celerità della risposta di
giustizia (art. 4 della Carta dei Valori)
- l’apertura verso
uno spazio di confronto e di crescita a livello europeo, che potrebbe
trovare naturale sbocco nell’adesione di Area a MEDEL, in perfetta
coerenza con quanto si afferma in apertura della Carta dei Valori di
Area, all’art. 1: “siamo magistrati italiani ed europei”, seguendo in
questo il percorso di Magistratura Democratica e del Movimento per la
Giustizia – Articolo 3.
Per andare avanti la Magistratura
progressista deve smettere al più presto di guardare a se stessa, di
discutere di se stessa, delle proprie strutture, dei rapporti di forza
interni e delle sorti dei Gruppi che fino ad ora ne hanno stimolato,
accompagnato e finanziato il percorso.
Area deve occuparsi delle
trasformazioni in atto nella magistratura, della involuzione
burocratico-corporativa della magistratura, dei rischi insiti nella
gerarchizzazione degli Uffici, del pericolo del carrierismo e degli
altri effetti perversi della riforma del 2006, ed elaborare un progetto
politico per il futuro della magistratura che parli principalmente ai
giovani magistrati.
Questo non vuol dire dimenticare quali sono le radici comuni e quelle di ciascuno di noi, quali sono le conquiste della magistratura progressista, nelle sue varie articolazioni, e quali le battaglie che in passato essa ha combattuto.
Significa semplicemente prendere atto dei mutamenti intervenuti nella società, della complessità che ormai caratterizza i rapporti socio economici in generale ed il sistema della giurisdizione, nelle sue varie articolazioni, in particolare. Significa anche prendere atto che è ormai in corso un ricambio generazionale nella magistratura italiana e che negli ultimi anni vi hanno fatto ingresso colleghi meno giovani di un tempo, già in parte realizzati sotto il profilo personale e familiare, spesso con pregresse esperienze lavorative: si tratta di magistrati che hanno esigenze diverse dai giovani uditori di un tempo.
Per
riuscire a guardare al futuro e comprendere la complessità e le
trasformazioni in atto, Area ha bisogno di un confronto a più voci, che
valorizzi di volta in volta le diversità, al fine di individuare ciò che
ci differenzia e ciò che ci accomuna, quello che caratterizza le nuove
generazioni di magistrati, le differenti esigenze dei territori, i
molteplici punti di vista e ormai i diversi saperi, che caratterizzano i
diversi “mestieri” che esercitano i magistrati italiani, a seconda
delle loro funzioni.
Da tale confronto dialettico, a più voci, il
Coordinamento si prefigge l’obbiettivo di far emergere le idee di Area,
il pensiero di fondo che accomuna e caratterizza la magistratura
progressista, le linee politiche che il Coordinamento si impegna a
perseguire, nei diversi ambiti in cui è chiamato ad operare:
-
nell’autogoverno, attraverso un periodico, costante confronto con i
consiglieri eletti nelle liste di Area, al fine di realizzare un
autogoverno condiviso, garantire la maggiore coerenza possibile delle
scelte, rispetto alle linee politiche tracciate dall’assemblea e nei
programmi elettorali, la più ampia trasparenza, adeguata e costante
informazione;
- nella vita associativa dell’ANM, lavorando a
fianco dei componenti del CDC e di coloro che assumono impegni in
Giunta, condividendo con loro la responsabilità delle scelte ed attuando
una costante interlocuzione con i territori.
Ci aspettiamo che dalla prossima assemblea di Area emergano con ancora maggiore forza i contenuti di Area ed il pensiero della magistratura progressista, le linee politiche della sua azione.
Per questo abbiamo pensato ad un’assemblea incentrata in gran parte sui contenuti:
1. La tutela dei diritti
2. La dirigenza e il governo degli uffici
3. Tecnologia e innovazione
4. Deontologia e questione morale
valorizzando
un format agile per la discussione, fondato sulla più ampia
partecipazione, che preveda l’intervento sui singoli temi del punto di
vista di un giovane magistrato.
Nel medesimo senso, proprio per
parlare ai giovani magistrati e ascoltare i loro bisogni, tenuto anche
conto di quanto emerso dal seminario di Verona, abbiamo pensato di
organizzare all’inizio del 2017 un incontro sui temi dell’ingresso in
magistratura e della formazione dei giovani magistrati.
Bisogna dare
spazio e voce ai giovani magistrati, ascoltare le loro parole,
comprenderne punti di vista e bisogni, cercando di coniugarli con i
nostri comuni valori, perché siamo convinti che solo così ci sarà un
futuro per la magistratura progressista.
(4 novembre 2016)
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