Speciale XXI Congresso
L'intervento di Luca Semeraro
Si può essere fortunati.
La fortuna può consistere nel nascere nel posto giusto. Ma la fortuna può consistere anche nell'abitare 50 km più ad ovest.
Capita che un giorno di festa ti svegli presto, come sempre, perchè il tuo piccolo vuole stare nel letto con mamma e papà.
Puoi essere fortunato perché al mattino fai colazione. Già questa nella vita di tutti i giorni è una fortuna.
E
sei fortunato quando al mattino durante la colazione la terra trema ma
tu riesci a mantenere la calma e fai quello che devi fare.
La terra trema quando tu pensavi ad una normale giorno di festa.
E
sei fortunato perché quando la terra smette di tremare ti guardi
intorno e vedi che quelli che ami ci sono tutti, cane compreso, tutto è
ancora in piedi, e puoi ricacciare indietro la paura tornando a pensare
che in fondo è ancora un giorno di festa.
Sei fortunato perché davanti a te hai ancora giorni di festa.
Festa e paura. Vita quotidiana e sensazione continua di tremare.
Ma non tutto prosegue come prima.
Capita ad esempio che la scuola di tuo figlio ha il tetto che non regge più.
La scuola chiude per almeno due anni.
Certo
qualcuno festeggia qualche stanza più in là... ma questo ti ricorda ciò
che è accaduto 50 km più in là. Ed anche quanto sei fortunato.
Oggi
allora voglio ricordare quelli che fortunati non sono o non sono stati.
Quelli che non possono tornare a casa. I ragazzi che non possono andare
nelle loro scuole. Voglio ricordare gli avvinti dalla paura: quelli che
non si abituano al tremore continuo o improvviso.
Voglio ricordare le persone private delle loro piazze: i vecchietti dei loro bar.
Disuguaglianze.
Le sessioni già svolte ci hanno spiegato come questa poteva essere l'epoca della globalizzazione dei diritti.
È
stata ed è solo l'epoca della globalizzazione dei mercati, della
finanza che predomina anche l'economia reale, del lavoro con minori
tutele e più precario.
È l'epoca di un sistema economico
che concentra la ricchezza sempre di più in poche mani, che genera
sfruttamento e marginalizzazione, che pone in secondo piano l'uomo con i
suoi bisogni ed i suoi diritti.
È l'epoca delle disuguaglianze, sempre crescenti, delle distanze che si accrescono, dei muri che nuovamente si innalzano.
Crescente
è invece il bisogno di giustizia sociale e di redistribuzione; di
un'economia governata anche dalla moralità, in un mondo in cui il
profitto senza limiti si traforma in avidità e sopraffazione.
I
sistemi costituzionali moderni difendono l'uguaglianza, formale e
sostanziale. Sono le conquiste delle stagioni passate; ma i sistemi
politici attuali, e, di conseguenza, gli ordinamenti giuridici che ne
derivano, come affrontano le nuove e crescenti disuguaglianze? Quale è
il ruolo della giurisdizione nei mutati assetti giuridici e sociali?
La
relazione finale scritta dall'esecutivo si conclude proprio con un
auspicio verso un rinnovato slancio della giurisprudenza verso la tutela
dei diritti e le disuguaglianze.
Dobbiamo però
domandarci se il modello di magistratura che tende a prevalere - non
quello che noi ovviamente auspichiamo - sia in grado di affrontare
questa sfida o se piuttosto si chiuderà in se stessa in maniera
corporativa. La sfida di oggi è infatti la controspinta alle spinte
corporative.
Che però ad una idea segua nei fatti, nel lavoro quotidiano, la manifestazione di questa idea.
Ho
deciso che dopo 4 anni circa di impegno nell'esecutivo è possibile
continuare ad essere magistrato democratico dedicandomi soprattutto alla
giurisprudenza ed alla critica della giurisprudenza.
Molteplici potrebbero essere gli esempi su cui occorrono riflessioni.
Si
tratta di analizzare non solo orientamenti ma anche stili lavorativi -
non solo poco garantisti - ma a loro volta produttivi inutilmente di
altro lavoro.
È questo anche un intervento di saluti e di ringraziamenti.
Tutte queste parole per dirvi che non mi ricandiderò. Però qualcosa sul futuro la vorrei dire.
in primo luogo mentre parlo nessuno ancora si è candidato.
Mi
piacerebbe sentire il discorso di chi è ufficialmente candidato a
guidare il gruppo. Per un voto consapevole, mi viene da dire.
La
seconda è sul documento il senso di md: difficile non condividere il
contenuto. Però vorrei che fosse più chiaro sul concetto di autonomia da
area.
Vorrei una scelta netta e definitiva su area: dentro o fuori.
Infine,
spero di aver lasciato, in questo mio impegno associativo, un segno su
due cose che ritengo dei valori: la lealtà in politica ed il senso di
appartenere ad un organo collegiale.
È il momento dei ringraziamenti finali.
Ringrazio
i componenti dei due esecutivi a cui ho partecipato ed in particolare
Anna Canepa, che è bello rivedere tra noi. Mi mancheranno le discussioni
franche, soprattutto quelle davanti ad un buon vino.
Poi ringrazio i pazzi che per ben due volte mi hanno votato.
Infine, ringrazio md perché partecipando ho imparato tanto.
Ho dato quel che ho potuto.
Per
me è stata una grande occasione di crescita e se sono qua nonostante il
terremoto vuol dire che certi legami sono più forti delle avversità.
Luca Semeraro
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