Temi

Per una penalità umana, diversa e differenziata

Anche nell’attuale situazione di grave crisi sanitaria restano numerosi i detenuti che scontano pene irrisorie, non potendo accedere ad alternative al carcere soltanto perché privi di risorse, a partire da un’abitazione. Queste condizioni di marginalità sociale, troppo frequenti nel carcere, impongono di immaginare una penalità diversa e differenziata, a partire dalla struttura dei reati e dalle ipotesi di sanzione, per arrivare a modelli penitenziari alternativi alla prigione. Rispondere solo con le parole “più carcere” e “più carceri’” significa, infatti, chiudere gli occhi davanti ad una realtà, qual è quella attuale, che troppo spesso vede le prigioni soltanto come luoghi per immagazzinare corpi, senza concrete e realistiche possibilità di risocializzazione.

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Al fianco della magistratura onoraria

Magistratura democratica esprime il suo sostegno ai magistrati onorari e alle loro richieste di una retribuzione più adeguata e di un regime previdenziale e assicurativo che riconosca alla magistratura onoraria lo status che merita.

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Sulle scarcerazioni non ci siamo pentiti

Riccardo De Vito, presidente di Magistratura democratica: “Purtroppo la prigione, da un punto di vista oggettivo, realizza ancora una funzione di ‘smaltimento’ della povertà colpevole. Molti poveri, non necessariamente stranieri, sono tagliati fuori da tutto. È necessario creare dimore sociali e favorire l’ulteriore finanziamento di un progetto della Direzione generale dell’esecuzione penale esterna e di Cassa Ammende, finalizzato a trovare risorse e posti per i senza fissa dimora. Chissà che dalla positiva sperimentazione del progetto non possa uscire una diversa filosofia della pena e dei luoghi di espiazione“.

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Contrastare la deriva carrieristica con la normalizzazione burocratica?

Il recente DDL “Bonafede” non segna la svolta in funzione del cambiamento culturale richiesto: quello volto a disegnare una magistratura “senza carriera” e una dirigenza non intesa come corpo separato all’interno della magistratura, ma come esperienza diffusa e come funzione reversibile. La riforma delineata dal DDL “Bonafede”, al contrario, rischia di allontanare la magistratura dalla sua fisionomia costituzionale e, al contempo, di trasformare il CSM in un organo di amministrazione e di governo del personale: un primo passo, questo, verso una ristrutturazione in senso verticistico e burocratico dell’ordine giudiziario e, dunque, verso la perdita del suo assetto funzionale ad una giurisdizione indipendente.

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CSM: una legge elettorale in funzione del suo ruolo costituzionale

Garantire rappresentatività alle diverse idee e visioni che si hanno della giurisdizione, abbandonando le logiche personalistiche; restituire il potere di scelta al magistrato elettore; allargare la partecipazione, smarcandola dall’ipoteca delle correnti; dare cittadinanza alle diverse professionalità, introducendo meccanismi di riequilibrio che assicurino una risposta alla questione, non più eludibile, della corretta rappresentanza di genere. Sono queste le proposte di Magistratura democratica per la riforma del sistema elettorale del CSM, elaborate all’esito di un percorso di riflessione collettiva avviato con il seminario del 3 giugno e proseguito nel Consiglio nazionale dell’11 giugno.

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Dignità e tutele

Introdurre forme di tutela previdenziale ed assistenziale e prevedere un nuovo regime indennitario, che sia all’altezza di un compito così delicato, qual è quello di amministrare la giustizia. Sono questi alcuni nodi critici della riforma della magistratura onoraria, disvelati dall’attuale emergenza pandemica.

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Sulle misure di emergenza per la pandemia da Covid-19

Mai, come in un periodo di emergenza, deve essere mantenuto un elevato livello di vigilanza e controllo sulle violazioni dei diritti e delle libertà fondamentali. Da parte di tutti: Istituzioni politiche, tribunali e intera comunità giuridica europea

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Uscire dalla crisi, salvando la democrazia

La riforma che ha conferito poteri straordinari al governo ungherese, scardinando le regole più profonde della democrazia, mina in radice il patrimonio di valori che compongono l’identità europea

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Non aspettare

Ridurre subito le presenze all’interno del carcere, anche alleggerendone la pressione dall’esterno: soltanto in questo modo il rischio di contagio potrà essere seriamente fronteggiato. Per tutelare, oggi, la salute dei detenuti e garantire così, un domani, la sicurezza dei cittadini

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“Nessuno si salva da solo…”

Stefano Musolino, membro dell’Esecutivo nazionale di Md: “la Grande Chambre della Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che l’ergastolo ostativo previsto dal nostro ordinamento penitenziario è contrario al principio della dignità umana e viola l’art. 3 della Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo

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Dichiarazione di Medel (Magistrats européens pour la démocratie et les libertés) sulle attività di soccorso in mare e il decreto sicurezza-bis

Di fronte alle scelte degli stati membri che sono in aperto conflitto con i valori sui quali l’Unione si fonda, l’Europa deve rimanere fedele alla sua storia e alla sua identità e adottare con urgenza una politica in materia di immigrazione per garantire la  tutela effettiva dei diritti di tutte le persone, che rappresenta un  limite invalicabile per  tutti i governi e i legislatori nazionali

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Lettere dai magistrati turchi

Il 23 maggio è la giornata di sensibilizzazione per l’indipendenza della giustizia in Europa. Pubblichiamo la traduzione in dodici lingue delle Letters from the Turkish Judiciary edite in e-book da Medel, impressionante testimonianza dell’incredibile accelerazione della caduta dello Stato di diritto in Turchia

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WeDisagree. La voce dei giuristi polacchi

Il video raccoglie le voci dei giuristi polacchi, che esprimono la loro opposizione a quello che sta succedendo il Polonia: “la nostra comune casa democratica viene smantellata da coloro che sono al potere, pezzo dopo pezzo, in violazione della nostra Costituzione e dello stato di diritto”

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Crisi dello Stato di diritto in Romania

La dichiarazione di Medel (Magistrats Européens pour la Démocratie et Les Libertés) sulla crisi dello stato di diritto in Romania e sulle riforme avviate nel 2017 che mettono a rischio l’indipendenza del sistema giudiziario e l’azione di contrasto al fenomeno della corruzione

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