Appello CIAG

Appello del Comitato idonei assistenti giudiziari-Ciag

Giustizia lenta e costosa, necessari più investimenti e assunzioni di personale

Da anni la giustizia italiana è costretta a fare i conti con gravi criticità quali le lungaggini processuali e le troppe carenze di personale amministrativo negli uffici giudiziari.

All’Italia spetta il primato della giustizia più lenta d’Europa e, questo, non è un dato di cui andare particolarmente orgogliosi soprattutto se si considera che il nostro Paese è da sempre visto come la patria del diritto.

I processi che nel 2018 si sono protratti oltre “la ragionevole durata”, sono stati 968mila. Tutto questo ha un costo economico che la Banca d'Italia ha quantificato in 22 miliardi di euro. Una giustizia lenta è anche una giustizia costosa per cittadini ed imprese dal momento che essa non si erge solo a presidio di legalità ma anche ad asset fondamentale per l'economia di un Paese.

La condizione del nostro sistema giudiziario è stata, altresì, oggetto di uno studio presentato nel corso della 44° edizione del Forum Ambrosetti che si è svolto a Cernobbio dal 7 al 9 settembre 2018. L’Italia è tra i Paesi migliori in Europa per l’efficienza dei tribunali, ovvero per la capacità di questi ultimi di smaltire l’arretrato ma è tra i peggiori per i tempi di risoluzione delle cause.

Il nostro Paese è quello con i tempi più lunghi per la definizione di un procedimento civile. Tale lentezza si evidenzia per ogni grado di giudizio: 249 giorni per il primo grado, 604 per il secondo e 890 per il terzo. L’arretrato accumulato nel tempo è una delle peggiori cause: nel 2017, le pendenze nel civile e nel commerciale con contenzioso ogni 100.000 abitanti erano circa 4000. La conseguenza è che gran parte del nostro sistema giudiziario non rispetta quegli stessi limiti imposti dalla legge.

In base al rapporto Censis 2018, gli italiani ritengono che la giustizia sia costosa, lenta ed incapace di garantire la tutela dei diritti. Un terzo della popolazione adulta, il 30,7%, vale a dire 15,6 milioni di persone, negli ultimi due anni ha infatti rinunciato a intraprendere un'azione giudiziaria volta a far valere un proprio diritto: un comportamento diffuso trasversalmente in tutta la popolazione ma più forte al Sud, dove raggiunge il 37,5%.

Il comune denominatore è la costante crescita della sfiducia: sette italiani su dieci pensano che il nostro sistema giudiziario non sia idoneo a garantire pienamente la tutela dei diritti fondamentali dell'individuo.

Quindi, particolare attenzione deve essere rivolta alla problematica della carenza di magistrati e personale amministrativo attraverso investimenti strutturali ed adeguati.

In tutti questi anni gli uffici giudiziari del nostro Paese, hanno dovuto fronteggiare una condizione di grave scopertura degli organici, frutto di anni di spending review. Siaper il processo penale che per il processo civile è fondamentale partire dal rafforzamento dell’informatica ma anche dalla copertura delle piante organiche di magistrati e personale amministrativo.

Nel novembre 2016, il Ministero della Giustizia, ha indetto il concorso per 800 posti a tempo indeterminato per il profilo professionale di assistente giudiziario, area funzionale II, fascia economica F2. L’obiettivo era proprio quello di ovviare alle gravissime carenze di personale amministrativo negli uffici giudiziari italiani che, negli anni, hanno reso ingestibile la macchina della giustizia. La procedura concorsuale suddetta ha portato alla pubblicazione di una graduatoria di 4.915 persone, 2.845 delle quali già entrate in servizio tra gennaio e settembre 2018.

Il 7 febbraio scorso, il Ministero della Giustizia ha annunciato la convocazione di ulteriori 213 unità per la cui assunzione l’ex Guardasigilli, Andrea Orlando, aveva inoltrato richiesta al Ministero della Funzione Pubblica prima di lasciare il suo incarico. I 213 idonei entreranno in servizio il prossimo 4 marzo. In graduatoria restano, così, 1.857 unità al netto di rinunce e dimissioni.

Il Comitato Idonei Assistenti Giudiziari si è costituito il 21 ottobre 2017 con l’unico obiettivo dello scorrimento integrale della suddetta graduatoria, giudicato indispensabile per fronteggiare i vuoti di organico presenti negli uffici giudiziari del nostro Paese.

In particolare, la figura dell'assistente giudiziario, rappresenta una figura centrale nel l'amministrazione della giustizia ed è considerata la fonte principale dell'attività di una cancelleria poiché è soprattutto colui che assiste il magistrato in udienza.

Ad oggi, il Ciag conta più di 2.200 iscritti e le adesioni continuano a crescere. In poco meno di un anno e mezzo il Comitato è riuscito a portare le proprie istanze all’attenzione di rappresentanti delle forze politiche e sindacali ottenendo, altresì, sostegni importanti soprattutto da parte dei vertici delle istituzioni giudiziarie come l’Associazione Nazionale Magistrati, il Consiglio Superiore della Magistratura ed il Consiglio Nazionale Forense.

Le istanze del Comitato sono state divulgate dalle sue delegazioni, presenti nella maggior parte delle Corti d'Appello, in occasione della cerimonia di Inaugurazione dell’Anno Giudiziario.

Da tutti gli interventori è giunta unanime la richiesta di nuovo personale amministrativo soprattutto a fronte dell’enorme mole di pensionamenti che, da quest’anno, interesserà i vari comparti dell’amministrazione giudiziaria.

Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, fin dal giorno del suo insediamento, si è sempre espresso in favore di una giustizia diffusa sul territorio e tesa a garantire i diritti di tutti i cittadini, ribadendo più volte che il nostro sistema giudiziario rappresenta uno dei pilastri più importanti per un ordinamento giuridico che ambisca a definirsi realmente democratico e che influenza in maniera decisa altri settori strategici, come quello sociale ed economico.

Un significativo impegno è stato profuso dal Ministero nella gestione degli organici della magistratura e del funzionamento degli uffici giudiziari tradottosi nello studio e nell'adozione di misure finalizzate a realizzare una più efficiente distribuzione e allocazione nelle sedi giudiziarie delle risorse di organico disponibili.

Nella Legge di Bilancio, approvata il 30 dicembre scorso, è stato previsto l'aumento del ruolo organico della magistratura ordinaria di complessivi 600 magistrati, 530 dei quali con funzioni giudicanti e requirenti di merito, 65 con funzioni giudicanti e requirenti di legittimità e cinque con funzioni giudicanti e requirenti direttive di legittimità.

Un'attenzione prioritaria è stata riservata al personale amministrativo che con il proprio impegno costante ed il supporto quotidiano all'azione dei magistrati fornisce un contributo essenziale al corretto funzionamento della macchina giudiziaria 

Sono state previste maggiori risorse per 224,77 milioni di euro nel triennio 2019-2021, in vista dell'assunzione a tempo indeterminato di 3.000 unità di personale amministrativo giudiziario della terza e della seconda area funzionale.

Il comma 307 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio dispone, per il 2019, l’assunzione di 903 unità per quanto concerne il personale amministrativo. Tuttavia, ancora non è chiaro, quante di queste unità si riferiscano al profilo di assistente giudiziario e quante ad altri profili di area II.

Pur apprezzando gli investimenti sulla giustizia previsti dal Governo, permangono le riserve riguardo alle tempistiche di scorrimento della graduatoria degli idonei assistenti giudiziari, soprattutto in considerazione dei numerosi pensionamenti previsti per il 2019 anche a fronte della recente entrata in vigore della Quota 100.   

La situazione negli uffici giudiziari italiani è alquanto preoccupante. I dati relativi alle vacanze, rilevati ai primi di gennaio di quest'anno, riportano una scopertura pari a 9.573 posti, circa il 21,93% della dotazione prevista. A queste se ne dovrebbero aggiungere altre 10.685 fino al 2021, di cui 7.158 relative a quest'anno per effetto dei pensionamenti anticipati. 

Dunque, sarà necessario monitorare l'andamento delle nuove riforme in materia pensionistica per evitare che i benefici delle assunzioni vengano annullati dai troppi pensionamenti. Pertanto, riteniamo sia necessario attuare quel ricambio generazionale di cui, finora, si è solo sentito parlare.

Crediamo sia giunto il momento di dare spazio alle nuove generazioni, quelle che per troppo tempo sono state lasciate ai margini del mondo del lavoro, in un Paese dove, da tempo, non c’è più una narrazione del futuro né un’idea di futuro condiviso.

Siamo sempre più convinti che investire sulle politiche assunzionali equivalga a valorizzare la qualità della giustizia e che il tema delle risorse non sia indifferente a quello della giurisdizione.

Se manca il personale amministrativo, i magistrati, gli avvocati e tutti gli operatori della giustizia non possono operare. Si può anche immaginare una riforma della giustizia perfetta ma se mancano uomini e mezzi, la giustizia non va avanti: resta tutto sulla carta.

Il nostro sistema giudiziario, non può più permettersi di aspettare così a lungo per ripartire. È necessario evitare che le già pesanti ripercussioni sull’operato di magistrati, avvocati e operatori del diritto continuino a generare ostacoli e lentezze di ogni genere non riuscendo più a garantire i livelli essenziali di assistenza.

Diventa indispensabile, pertanto, riportare il cittadino al centro del sistema giudiziario, obiettivo che può essere raggiunto non solo attraverso riforme strutturali ma anche attraverso una costante partecipazione da parte di tutti i soggetti che, a vario titolo, gravitano intorno all'universo giudiziario.