Intervento di Anna Canepa

In un momento difficile come quello attuale, situazione fotografata dalla segretaria nella sua bella e appassionata relazione, in cui la crisi della politica ha reso la società sempre meno sensibile ai valori della solidarietà sociale, la giurisdizione diviene baluardo fondamentale per la tutela dei diritti e delle garanzie dei più deboli e delle minoranze.

Quanto ascoltato qui in questi giorni di Congresso, sono stati interventi che hanno rappresentato una vera boccata di aria fresca. Ad urlare quanto sentito in un Congresso di magistrati, dovrebbe essere una opposizione politica che invece spesso non fa sentire neanche una flebile voce.

Noi siamo magistrati, non dobbiamo mai dimenticarlo e come tali il nostro luogo di azione è la giurisdizione. Una giurisdizione attenta ai valori costituzionali, infatti, è, oggi più che mai, inversamente proporzionale al senso di isolamento e alle pulsioni che animano una parte della magistratura proprio in ragione del contesto politico-culturale in cui opera. Per questo dobbiamo anche rivolgerci alla magistratura, e stare attenti a non perderla come alcuni partiti hanno perso il popolo, per non essere stati attenti ai loro bisogni. Non dobbiamo trasformarci come ha detto qualcuno in un partitino che fa opposizione politica.

Il compito che oggi spetta alla magistratura richiede, uno sforzo straordinario che presuppone una presenza forte dell’Anm nel dibattito politico sui temi della giurisdizione e un corpo di magistrati attento e consapevole del proprio ruolo.

La possibilità di essere antidoto alla deriva burocratica, principale nemica della tutela dei diritti, è l’intensa e costante partecipazione alla vita degli uffici e della magistratura associata in tutte le sue articolazioni. Non vi è tutela dei diritti senza magistrati in grado di riconoscerli ai più deboli e svantaggiati.

Md ha nel suo DNA l’obiettivo di confrontarsi e di contribuire alla crescita dell’intera magistratura attraverso il proprio patrimonio di idee e di valori e, soprattutto attraverso l’impegno concreto al fianco dei colleghi. Nell’ultimo decennio ha compreso la necessità di un coinvolgimento sempre più ampio di magistrati che condividono l’idea di una giurisdizione attenta alla tutela dei diritti e che, a tal fine, operano fattivamente negli uffici: da quest’esigenza è nato il progetto di AreaDG che, anche grazie all’impegno ed alla generosità di Md è diventato oggi un soggetto autonomo e strutturato nel panorama associativo.

Il carattere plurale di AreaDG, la sua vocazione inclusiva, la diversità dei percorsi politici e ideologici che hanno portato i magistrati ad aderivi e la forte presenza di giovani che non hanno alle spalle una storia associativa sono una indispensabile ricchezza perché stimolano un confronto costante in cui alla condivisione del patrimonio dei gruppi fondatori si aggiunge l’elaborazione di un progetto politico nella magistratura e per la magistratura, avendo AreaDG la rappresentanza di tutta la magistratura progressista negli organi associativi e di autogoverno.

La nascita e il consolidamento di AreaDG sono un importante momento di crescita della magistratura progressista perché Area rappresenta un fronte ampio in cui trovano sintesi diverse sensibilità che, però, hanno in comune l’obiettivo di lavorare per la qualità della giurisdizione e la tutela dei diritti.

È compito di Md continuare a contribuire attivamente a questo progetto attraverso tutti i suoi iscritti, nella consapevolezza che l’elaborazione di idee sui temi di diritti e garanzie ha bisogno, per camminare, delle gambe dei magistrati che, nel lavoro quotidiano, hanno il potere di riconoscerli o di negarli.

In ragione di quel pluralismo di sensibilità che è insieme ragione costitutiva e presupposto per la ulteriore espansione di Area è compito di Md coordinare le proprie iniziative e i propri interventi con quelli di Area in modo tale che quel pluralismo di sensibilità sia colto dalla magistratura e all’esterno come ricchezza e non come  momenti di contrapposizione o competizione.

Non si tratta di porre limiti alla azione di Md o di mortificarne la vocazione aperta, ma significa agire con maturità politica e generosità nella consapevolezza del contesto in cui si opera e dell’obiettivo da raggiungere, ovvero quello di una risposta collettiva alle questioni che toccano i diritti fondamentali. 

Il futuro di Md si gioca sulla capacità di governare il presente e di comprendere quale sia la scommessa da giocare all’interno della magistratura. La possibilità del gruppo di restare un riferimento, politico- culturale, per la società civile presuppone un lavoro duro e umile all’interno della magistratura per portare avanti un progetto di cambiamento e di tenuta delle istituzioni.

Per Md non si tratta di autolimitazioni o autocensure, ma di mantenere, come in tutta la sua storia, la consapevolezza di essere un gruppo di magistrati aperto al confronto con la società civile, ma gruppo di magistrati, cosciente del ruolo, magistrati che non scendono in piazza e che non devono rincorrere su Facebook il consenso e la visibilità come purtroppo fanno i politici. Noi non cerchiamo il consenso, ma la fiducia dei cittadini

Pensare al futuro di Md impone anche, in questo momento, di affrontare la seria criticità (lucidamente esposta nella relazione del segretario) della difficoltà ad essere presenti, attivi e riconoscibili in tutte le sedi giudiziarie, criticità superabile solo con la concreta partecipazione in AreaDG, che permette di concretizzare la trasposizione dell’elaborazione culturale e politica e della capacità di Md di apertura all’esterno, nell’attività quotidiana di amministrazione della giustizia, tramite l’associazionismo e l’aggregazione a livello locale.