Intervento di Carlo Sorgi

Eccoci ancora a piantare meli sotto le bombe! È quello che dobbiamo fare.

Sentendo le critiche sullo striscione di Md ad una manifestazione rabbrividisco pensando a quello che si dirà sui fazzoletti copricapo al tempio Sikh, per non parlare delle canzoni sul pullman: ovviamente scherzo, francamente mi interessa molto poco dei commenti negativi su Facebook e tornerei anche domani al tempio, chi è venuto ha visto i volti dei lavoratori Sikh che erano increduli e riconoscenti per la nostra presenza: ecco, questa è Md, non può che essere Md che nel manifesto inserisce un disegno di Vauro.

 

Non sono d’accordo sulla necessità di rivolgerci particolarmente ad una opinione pubblica qualificata in grado di influire sui decisori politici, proprio perché non siamo un partitino, dobbiamo essere presenti nelle scuole, in tutti i luoghi di confronto nei quali siamo chiamati, questo è stare nel territorio e non per cercare consenso ma per partecipare e fornire il nostro contributo di conoscenza. Non obblighiamo nessuno a pensarla come noi ma rivendichiamo la libertà di essere così.

 

Chi dice che siamo moribondi vuol dire che ha saltato un giro e che non è venuto a Bologna al congresso, e da allora ne abbiamo fatte di iniziative sul lavoro, la casa, l’immigrazione. Sapete perché lavoro per Md e non per Area? Perché mi sento libero. E chi dice che non siamo in grado di intercettare giovani non è venuto all’incontro sul diritto di asilo in Sala Borse a Bologna quando duecento ragazzi alle undici di sera di un venerdì ascoltavano in un silenzio assordante Giovanni Palombarini che parlava e non ha sentito l’applauso fragoroso al termine del suo discorso, chi dice che non siamo attraenti per i giovani è disattento e non ha visto  i giovani in questa sala parlare e ascoltare interventi che solo qui possono sentire, non certo altrove. Il problema dei giovani c’è, inutile negarlo, ma riguarda l’intera Magistratura progressista ed è saldamente connesso con i nuovi barbari sistemi di reclutamento, che istituzionalizzano lo sfruttamento dei tirocinanti, con una scuola di Scandicci che sembra uscita come clima cupo da Brick in the Wall dei Pink Floyd e non c’entra niente con la scarsa seduttività dei richiami di Md.

 

Il nostro antico maestro Ferrajoli lo ha detto chiaramente così come tutti gli altri splendidi interventi degli esterni: di Md c’è un bisogno assoluto, oggi più che mai.

 

C’è stato un periodo in cui sembravamo sul punto di spegnerci ma poi a Bologna con Maro, Riccardo e tanti altri abbiamo smosso la cenere che soffocava le braci e il fuoco si è ripreso ed adesso arde e chi non se ne accorge vuol dire che non era attento all’ovazione che ha salutato il discorso di Maro. C’è voglia di Md, in alcune realtà stentiamo a ripartire ma dipende da noi, dal nostro impegno. Come si può in un momento tanto drammatico come questo per la vita democratica del Paese pensare di far tacere una delle poche voci fuori dal coro?

 

Ho letto di limiti determinati dalle nostre funzioni che dovrebbero spingerci ad una cautela maggiore: Luigi Ciotti ha scritto recentemente «Dobbiamo insorgere quando vengono violati i più elementari diritti umani ... il primo grande naufragio è quello delle nostre coscienze» e allora in questo momento con gli sceriffi e con i colleghi in prigione in Europa credo ci voglia molto più il coraggio della cautela. E poi non dimentichiamolo siamo figli di un’eresia e orgogliosi di essere magistrati democratici, amo pensare che Fabrizio De André avrebbe apprezzato il nostro congresso (lui che i giudici certo non li amava per noi avrebbe fatto una eccezione) e sicuramente sarebbe venuto in pullman con noi al Tempio cantando le sue canzoni.

 

Siamo fermi al nostro passato? Mi sembra piuttosto, citando un altro grande cantautore, che abbiamo certamente un piede nel passato ma anche lo sguardo dritto e aperto sul futuro.

 

 

N.d.A. : I meli e le bombe sono richiami agli interventi di Elisabetta Cesqui e Gad Lerner.