Sezione Liguria - Una via per il futuro di Md

Documento approvato il 12 febbraio 2019 dall’Assemblea della Sezione Liguria


Il documento è aperto all’adesione di altre Sezioni e alla sottoscrizione di chiunque ne condivida il contenuto

In Italia e in Europa la destra populista immagina una democrazia senza libertà. Nel nome di un improbabile scambio tra libertà e sicurezza, la prima viene limitata e la seconda messa gravemente a rischio.

Questo disegno può trovare argine nei principi costituzionali e convenzionali che solo una magistratura realmente indipendente, forte e coesa può credibilmente preservare.

La giurisdizione ha un ruolo cardine nell’assicurare i diritti, tutelare i più deboli, garantire le minoranze.

Per questo ci preoccupano le timidezze e titubanze che osserviamo in diverse componenti della magistratura associata e crediamo che oggi, più che mai, sia necessaria una Anm forte, capace di far sentire la propria voce pacata e decisa.

Non si può sperare che il silenzio della magistratura di fronte agli attacchi contro decisioni impopolari, o anche solo sgradite, si traduca in un’apertura di credito da parte chi è oggi al Governo, e non si riduca, in concreto, ad una forma di autocensura.

Non ci si può illudere che ciò non conduca, in un crescendo, a modifiche ordinamentali e di status gravemente penalizzanti per gli attuali assetti costituzionali della magistratura.

Non può esservi indifferenza di fronte a esseri umani cui non vengono garantiti i diritti più elementari, da quello alla vita e all’integrità fisica a quello ad un’esistenza dignitosa.

L’autonomia e l’indipendenza della magistratura hanno un solo colore: quello della Costituzione.

La parte della magistratura che non si rassegna e continua a riconoscersi appieno nella carta fondamentale e nei suoi valori deve essere protagonista in questa stagione. Per questo deve essere forte e coesa; aperta al pluralismo e al dialogo, al suo interno e con gli altri; consapevole della delicatezza del proprio ruolo.

Di questa magistratura Md è parte significativa come lo è AreaDG: la costruzione politica che abbiamo fortemente voluto, che siamo riusciti, insieme ad altri, a realizzare, a far crescere e che oggi rappresenta questa sintesi.

AreaDG è indispensabile come riferimento interno e esterno alla magistratura, nell’attività associativa e nell’autogoverno. In questi anni, da semplice sommatoria di gruppi, è diventata un’associazione con una sua identità, una sua presenza anche esterna, una sua direzione, un forte radicamento interno. Ci sono ancora debolezze e difficoltà, come le elezioni del Csm hanno evidenziato, ma Md deve essere orgogliosa di quanto ha contribuito a costruire con lungimiranza e generosità.

Respingiamo con forza l’alternativa, che sembra delinearsi nel dibattito interno, tra coloro che immaginano un gruppo silente che si consuma progressivamente e confluisce in AreaDG fino a svanire e coloro che sognano un gruppo radicale e visibile, ma nella sostanza isolato e marginale.

Ci pare che queste opzioni, solo apparentemente contrapposte, conducano, anche al di là delle intenzioni, ad un inevitabile e identico esito: la fine di Md, per consunzione o per isolamento.

Entrambe queste prospettive ci sembrano riduttive e perdenti perché vogliamo una Md viva e vitale e siamo convinti che essa sia oggi indispensabile, come portatrice di una visione generale ed esterna della giustizia e come attrice di grandi campagne sui diritti.

La magistratura ha bisogno di questa visione ed anche AreaDG ne ha bisogno, in un’ottica che favorisce apporti costruttivi di idee ed interventi volti alla riaffermazione dei valori costituzionali, sempre più spesso messi in discussione.

Va superata l’odierna situazione di stallo nei rapporti tra Md ed AreaDG. Per uscirne non è affatto necessario che Md si riduca ad una fondazione culturale e, tanto meno, è necessario il silenzio (che infatti mai ci è stato chiesto); sono necessari, al contrario, un rinnovato impegno, anche nell’azione associativa e nell’autogoverno, e un maggior coinvolgimento nelle decisioni comuni, all’insegna di una franca e leale collaborazione.

Md è AreaDG – che ha fondato e che continuerà a costruire – ma non si esaurisce in AreaDG per prospettive culturali, relazioni esterne, capacità di proposta.

Crediamo che questi due insiemi debbano tra loro interagire in modo sinergico e crediamo che solo questa prospettiva possa por fine ad una sorta di competizione che non ha ragione di esistere, che nuoce a Md, nuoce ad AreaDG e porta a disperdere tempo ed energie in discussioni sterili.

In questa prospettiva di sinergica cooperazione con AreaDG vediamo il futuro di Md. Il modo migliore perché questo gruppo – che amiamo e nel quale, da sempre, ci riconosciamo – possa continuare ad essere parte di un progetto di magistratura costituzionale inclusivo e credibile così come è sempre stata nei suoi oltre cinquant’anni di vita.

Ci proponiamo di lavorare in Md e in AreaDG, come sempre abbiamo fatto in questi anni, perché pensiamo che tra la consunzione e l’isolamento ci sia una strada diversa e la si debba percorrere tutti insieme cooperando lealmente; perché pensiamo che la politica giudiziaria non possa essere gestione di potere, ma sia un impegno per il riconoscimento e la tutela dei diritti violati e che in questo consista l’ineliminabile politicità della giurisdizione.

 

Hanno aderito al documento

  • La Sezione di Trieste in data 14 febbraio 2019
  • Domenico Gozzo e Piergiorgio Morosini della Sezione di Palermo: «Apprezziamo del documento genovese lo spirito inclusivo e la volontà di avere un gruppo compatto. In questo momento abbiamo bisogno della passione, dell’impegno, dell’intelligenza e della sensibilità di tutti i componenti di MD. Per questo motivo sottoscriviamo in ogni sua parte il documento.»