
Profili problematici della normativa e delle prassi in tema di contrasto al soccorso in mare di navi private
6 giugno 2025 Centro congressi Forma Spazi, Via Cavour 181, Roma
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Analoghi provvedimenti amministrativi sono stati emanati in molte città da altri prefetti su direttiva del ministro dell’Interno. Come giuristi non possiamo che richiamare, da un lato, il disposto dell’articolo 16
La corte ha stabilito che “un paese è sicuro se si può dimostrare che tutto il suo territorio sia tale: ciò può accadere solo se non vi siano forme di
12 aprile 2024 – Università Roma Tre, ore 9.00 – 17.30
Dipartimento di Giurisprudenza, Sala del Consiglio – Via Ostiense, 161/165, Roma
Abbiamo già espresso il nostro radicale dissenso sul c.d. “decreto Cutro”, un provvedimento che colpisce la vita e le relazioni affettive e sociali di persone ormai integrate nel nostro Paese senza ridurre in alcun modo al tragedia delle morti in mare.
Il decreto-legge n. 20 del 2023, all’articolo 7, abroga il terzo e quarto periodo dell’articolo 19 comma 1.1. del decreto legislativo n. 286 del 1998 (Testo unico sull’immigrazione), che consentivano il riconoscimento della protezione speciale alle persone che in Italia avevano costruito una vita privata e familiare. Norma per la quale, è di tutta evidenza, non sussistono i requisiti della necessità e dell’urgenza previsti dall’articolo 77 della Costituzione.
L’esecutivo di Magistratura democratica ritiene necessario interrogarsi sulla tragedia delle morti in mare dei migranti, ma anche sul linguaggio, incluso quello dei provvedimenti giudiziari, con cui questi tragici avvenimenti vengono affrontati.
Così si intitolava il nostro comunicato il giorno del naufragio di Steccato di Cutro che aveva provocato tanti morti.
I Decreti devono essere ritirati.
Magistratura democratica aderisce alla manifestazione del 26 ottobre indetta da oltre 40 organizzazioni della società civile per la revoca del Memorandum con la Libia.
In occasione dell’imminente voto parlamentare sulla cooperazione con la Libia, riteniamo doveroso porre attenzione alle proposte che oggi verranno lanciate nei presidi delle associazioni non governative, riunite sotto lo slogan «Libia, una benda per non vedere?». Ce lo impongono le immagini dei militari libici che inseguono i migranti, sparando colpi di mitraglia ad altezza d’uomo, e le parole spese nelle sentenze dell’autorità giudiziaria italiana sugli orrori subiti dai trattenuti nei centri di detenzione libici.
A partire dalle ore 16:30 di venerdì 26 marzo 2021, su piattaforma Zoom, si è tenuto il Webinar organizzato da Magistratura democratica, dedicato ai temi della Rotta balcanica.
Un quotidiano attacca la decisione che riconosce la protezione umanitaria per l’emergenza sanitaria nel paese d’origine e accusa il tribunale di Napoli di usare la pandemia come una scusa per “spalancare i porti ai migranti“. E la stessa sorte tocca alla nota che commenta il provvedimento. I diritti, però, non possono piegarsi a logiche politiche o di propaganda.
Regolarizzare i lavoratori stranieri che versano in condizioni di illegalità, per contribuire al controllo della diffusione della pandemia e restituire piena dignità al lavoro, nel rispetto della legalità e favorendo il contrasto a tutte le mafie
Sulla base di questo accordo, l’Italia continua a finanziare i centri di detenzione e la Guardia costiera libica, proseguendo nella politica di esternalizzazione delle frontiere e rischiando, così, di aumentare sempre più i pericoli cui sono esposte le persone vulnerabili che attraversano quel paese.
Di fronte alle scelte degli stati membri che sono in aperto conflitto con i valori sui quali l’Unione si fonda, l’Europa deve rimanere fedele alla sua storia e alla sua identità e adottare con urgenza una politica in materia di immigrazione per garantire la tutela effettiva dei diritti di tutte le persone, che rappresenta un limite invalicabile per tutti i governi e i legislatori nazionali
«Il decreto sicurezza bis trascina il nostro Paese in un mondo capovolto rispetto al progetto costituzionale democratico dell’Italia repubblicana», dice il presidente di Magistratura democratica Riccardo De Vito.
(Il Manifesto, 7 agosto 2019)
I contenuti dell’annunciato decreto “sicurezza bis”, oltre a essere dettati dal “barometro del consenso”, appaiono per molti aspetti pericolosi e incostituzionali
La collettività chiede più sicurezza e le affrettate risposte amministrative offrono soluzioni pericolose e illusorie
Un intervento che calpesta i principi di dignità e solidarietà sanciti dalla nostra Costituzione, adottato con il solo fine di smantellare una positiva esperienza di integrazione e in assenza di reali problemi di sicurezza o di ordine pubblico
Cosa resterà dei principi che la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue ha proclamato indivisibili e universali?
Con le vicende delle navi Aquarius e Diciotti, il nostro Paese ha simbolicamente impresso una forte accelerazione al progetto di chiudersi nelle frontiere emotive del rifiuto e della paura, contribuendo
Il blocco dei migranti a bordo dell’imbarcazione suscita interrogativi sui poteri del ministro dell’Interno
Per il presidente di Md, ancora una volta la vicenda dei migranti strumentalizzata per fini politici
La decisione di non autorizzare l’approdo nei porti italiani della nave di soccorso umanitario Aquarius rappresenta una grave ferita ai valori che fanno parte del patrimonio morale e spirituale dell’Unione Europea
La nostra Costituzione tutela la vita umana e le persone senza guardare al loro colore, alla loro provenienza, alla loro razza
Dopo lo stop del rettore, colpiti come magistrati e cittadini dalla derubricazione di diritti fondamentali delle persone a «temi politicamente ed eticamente controversi»
L’immigrazione fa parte della storia dei nostri popoli e della nostra civiltà. Di fronte alla tragedia umanitaria che è ad essa legata nessuno può sentirsi inerme testimone
c/o Associazione Nazionale Magistrati, Palazzo di Giustizia
Piazza Cavour 00193 – Roma
C.F. 97013890583
md@magistraturademocratica.it
stampa@magistraturademocratica.it
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