Comunicato Area
Solidarietà a Palermo e Caltanissetta
Area è da sempre al fianco dei magistrati impegnati nel difficilissimo compito di difendere e affermare la legalità contro le mafie, i quali affrontano enormi sacrifici e gravissimi rischi personali, e rimarca la pericolosità di certe inutili polemiche che hanno il solo risultato di indebolire la credibilità dell’attività di contrasto al fenomeno mafioso. Anche per questo desideriamo oggi esprimere con forza tutta la nostra solidarietà ai magistrati di Palermo e di Caltanissetta per le gravissime minacce che sono state loro rivolte.
Abbiamo a volte dissentito con alcune scelte dei colleghi di Palermo, in particolare nei rapporti con la stampa, ma questo non può mettere in nessun modo in dubbio la stima e la solidarietà nei confronti di magistrati impegnati nel difficilissimo compito di affermare la legalità, a tutti i livelli, in terra di mafia.
E anche per questo esprimiamo il nostro disagio per alcune iniziative disciplinari recentemente assunte. Non è nostra intenzione interferire nel merito di tali iniziative, sulle quali sarà chiamato a decidere il giudice competente, ma non possiamo non sottolineare il disagio che deriva da iniziative disciplinari a doppia velocità, tanto pronte e inesorabili in taluni casi, quanto sonnacchiose e prudenti in altri, che a noi sono apparsi ben più gravi e meritevoli di attenzione perché riguardanti o comportamenti che sollevano dubbi sulla moralità del magistrato, o responsabilità di dirigenti degli uffici giudiziari su cui l’opinione pubblica ha giustamente invocato chiarezza.
Anna Canepa segretario generale Magistratura democratica
Nicola Di Grazia segretario Movimento per la Giustizia-Art. 3
Antonella Magaraggia Presidente del Movimento per la Giustizia-Art. 3
Luigi Marini Presidente Magistratura democratica
(8 aprile 2013)
Articoli Correlati
Comunicati
Magistratura democratica sulla nomina del Garante dei diritti delle persone private della libertà
Apprendiamo dalla stampa che il Consiglio dei ministri ha deliberato la nomina del nuovo Garante dei diritti delle persone private della libertà. La scelta è ricaduta sulla persona di Riccardo Turrini Vita, la cui conoscenza del mondo del carcere è fuori discussione.
La questione che ci sentiamo di sottolineare con urgenza è un’altra ed è davvero delicata.
Comunicati
DDL 1660. Se la scelta repressiva alimenta l’insicurezza e la distanza dalle istanze sociali.
In questi giorni è all’attenzione della Camera dei deputati il DDL 1660 [Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario], di iniziativa governativa [proponenti i ministri Crosetto, Nordio, Piantedosi].
Domani potrebbe essere qualunque magistrato
Il caso di Emilio Sirianni
Il mancato riconoscimento della settima valutazione di professionalità a Emilio Sirianni, a causa delle opinioni personali e politiche dallo stesso espresse in conversazioni private intercorse con un conoscente e intercettate nell'ambito di un procedimento penale avviato nei confronti di quest’ultimo, mette in crisi le libertà costituzionali fondamentali che in uno stato democratico sono riconosciute a tutti i cittadini, magistrati inclusi.
Comunicati
Nuovo scandalo al Consiglio Superiore della Magistratura. Come ritrovare la fiducia nell’istituzione?
Le ultime cronache provenienti dal CSM ci restituiscono crude immagini che costituiscono ulteriore dimostrazione della pericolosa china che stanno percorrendo il sistema di governo autonomo della magistratura e la nostra democrazia: un giudice disciplinare che parla riservatamente con un’incolpata (magistrata, che, inopinatamente, cerca – e, altrettanto inopinatamente, ottiene – un contatto riservato con il “suo” giudice); che si mostra sensibile alle segnalazioni di altri componenti del CSM; che si mostra sensibile alle segnalazioni di “amici degli amici”; che si spinge a rappresentare la disponibilità a usare un occhio di riguardo, per quanto possibile; che esplicitamente afferma di violare il segreto della camera di consiglio.
Comunicati
Ultime nuove in materia penale, tra vuoti selettivi di tutela e misure dannose per i processi e per gli obiettivi del PNRR
Giunge ad un triste epilogo l’epopea, nel diritto penale italiano, del delitto di abuso d’ufficio.
L’articolo 323 del codice penale sin dal 1990 ha subito modifiche che, oltre a intervenire in maniera oscillante sul trattamento sanzionatorio, lo hanno ridefinito più volte nei suoi elementi essenziali. La norma di chiusura nella tutela penale del bene pubblico ha avuto vita non facile.