![Magistrati e libertà di pensiero](/data/articoli/header/2/2583_large-20277.jpg)
Comunicato
Magistrati e libertà di pensiero
Magistratura Democratica ha sempre rivendicato la libertà dei magistrati di manifestare liberamente il proprio pensiero e di partecipare al dibattito pubblico, anche politico.
Come magistrati siamo consapevoli che l’esercizio di tale diritto deve ispirarsi a criteri di equilibrio e di misura e che nell’intervento pubblico la capacità di esprimere con forza le proprie idee deve coniugarsi con il rigore nel ragionamento, la sobrietà dei toni, l’apertura alle ragioni degli altri.
L’attenzione a questi criteri ci ha consentito di partecipare attivamente in questi mesi al dibattito sulla riforma costituzionale, di formulare critiche severe e di rivendicare con forza la “bontà” delle nostre ragioni, sempre espresse nell’ambito di una riflessione articolata e approfondita, che si è sviluppata sul sito, nella rivista e nei convegni e che si è svolta con spirito costruttivo e senza coinvolgimento in logiche di schieramento politico.
Possiamo allora rivendicare di aver contribuito, in tutte le sedi e i contesti pubblici, a mantenere il confronto a quel livello “alto” che richiede un dibattito sulla nostra Costituzione.
E riteniamo che, per questo, sia chiaramente strumentale la presentazione fatta dalla stampa alcuni giorni fa del post di Francesco Caruso, comparso sul suo profilo privato di Facebook, in termini di un suo deliberato intervento pubblico nel dibattito sul referendum costituzionale, cui è seguita la notizia della segnalazione di tale intervento al titolare dell’azione disciplinare.
Esprimiamo preoccupazione per le modalità con le quali è stata divulgata una comunicazione che non era destinata al dibattito pubblico sulla riforma Costituzionale e agli organi di stampa.
Riteniamo particolarmente allarmante che la non condivisione dei contenuti e delle forme utilizzate nella libera manifestazione del pensiero possa essere trasferita sul piano della valutazione di profili disciplinari: una sovrapposizione che, al di là della opportunità di toni e contenuti, rischia di compromettere il fondamentale diritto di libertà di manifestazione del pensiero, e che ci appare ancora più grave quando, come in questo caso, le opinioni non sono state espresse dal collega nell’esercizio delle sue funzioni e nelle forme di un intervento pubblico, ma in una sede di confronto libero ed informale.
Mariarosaria Guglielmi, segretaria generale di Magistratura democratica
Riccardo De Vito, presidente di Magistratura democratica
(6 dicembre 2016)
Articoli Correlati
Comunicati
Nuovo scandalo al Consiglio Superiore della Magistratura. Come ritrovare la fiducia nell’istituzione?
Le ultime cronache provenienti dal CSM ci restituiscono crude immagini che costituiscono ulteriore dimostrazione della pericolosa china che stanno percorrendo il sistema di governo autonomo della magistratura e la nostra democrazia: un giudice disciplinare che parla riservatamente con un’incolpata (magistrata, che, inopinatamente, cerca – e, altrettanto inopinatamente, ottiene – un contatto riservato con il “suo” giudice); che si mostra sensibile alle segnalazioni di altri componenti del CSM; che si mostra sensibile alle segnalazioni di “amici degli amici”; che si spinge a rappresentare la disponibilità a usare un occhio di riguardo, per quanto possibile; che esplicitamente afferma di violare il segreto della camera di consiglio.
Comunicati
Ultime nuove in materia penale, tra vuoti selettivi di tutela e misure dannose per i processi e per gli obiettivi del PNRR
Giunge ad un triste epilogo l’epopea, nel diritto penale italiano, del delitto di abuso d’ufficio.
L’articolo 323 del codice penale sin dal 1990 ha subito modifiche che, oltre a intervenire in maniera oscillante sul trattamento sanzionatorio, lo hanno ridefinito più volte nei suoi elementi essenziali. La norma di chiusura nella tutela penale del bene pubblico ha avuto vita non facile.
Comunicati
Ancora. E fino a quando?
La dura protesta dei detenuti del carcere di Sollicciano di ieri segue la notizia del cinquantunesimo suicidio dall’inizio dell’anno di una persona ristretta. In questo caso si tratta di un ragazzo di venti anni originario del Marocco e, come negli altri casi, si tratta di una vita, la cui dignità e integrità fisica e morale - prima ancora del recupero sociale - sono state affidate allo Stato.
Comunicati
Per Satnam Singh e tutti gli altri e le altre
Magistratura democratica aderisce alla manifestazione indetta dalla Cgil e da molte associazioni della società civile per il 6 luglio 2024 a Latina, in seguito alla morte di Satnam Singh, una morte terribile e inaccettabile.
Agorà - Spazi aperti al confronto
La nuova circolare sulla organizzazione degli Uffici di Procura
Riflessioni, proposte, prospettive
Qui potete trovare una selezione di documenti e di materiali video relativi alla circolare sulla nuova organizzazione degli Uffici di Procura