
L'intervista
De Vito, presidente di Md, su migranti e carcere
"Decreto Minniti sui migranti e Ordinamento penitenziario. Intervista al presidente di Md, Riccardo De Vito" realizzata da Lorena D'Urso.
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In mezzo al fango e alla neve: la rotta balcanica fuori e dentro i tribunali
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12 marzo 2021, ore 16:00/18:00
Trattamento rieducativo e giustizia riparativa: per una nuova penalità
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Il carcere, il virus e noi
Per una penalità umana, diversa e differenziata
Anche nell’attuale situazione di grave crisi sanitaria restano numerosi i detenuti che scontano pene irrisorie, non potendo accedere ad alternative al carcere soltanto perché privi di risorse, a partire da un’abitazione. Queste condizioni di marginalità sociale, troppo frequenti nel carcere, impongono di immaginare una penalità diversa e differenziata, a partire dalla struttura dei reati e dalle ipotesi di sanzione, per arrivare a modelli penitenziari alternativi alla prigione. Rispondere solo con le parole "più carcere" e "più carceri’" significa, infatti, chiudere gli occhi davanti ad una realtà, qual è quella attuale, che troppo spesso vede le prigioni soltanto come luoghi per immagazzinare corpi, senza concrete e realistiche possibilità di risocializzazione.
Carcere e coronavirus
Sulle scarcerazioni non ci siamo pentiti
Riccardo De Vito, presidente di Magistratura democratica: "Purtroppo la prigione, da un punto di vista oggettivo, realizza ancora una funzione di 'smaltimento' della povertà colpevole. Molti poveri, non necessariamente stranieri, sono tagliati fuori da tutto. È necessario creare dimore sociali e favorire l’ulteriore finanziamento di un progetto della Direzione generale dell’esecuzione penale esterna e di Cassa Ammende, finalizzato a trovare risorse e posti per i senza fissa dimora. Chissà che dalla positiva sperimentazione del progetto non possa uscire una diversa filosofia della pena e dei luoghi di espiazione".
Una recente decisione del Tribunale di Napoli
Giudici e immigrazione, diritto e non pregiudizio
Un quotidiano attacca la decisione che riconosce la protezione umanitaria per l'emergenza sanitaria nel paese d'origine e accusa il tribunale di Napoli di usare la pandemia come una scusa per "spalancare i porti ai migranti". E la stessa sorte tocca alla nota che commenta il provvedimento. I diritti, però, non possono piegarsi a logiche politiche o di propaganda.