
Bulgaria
Dichiarazione di Medel sugli attacchi subiti dai giudici bulgari
Medel esprime grande preoccupazione per i recenti eventi che coinvolgono il sistema giudiziario in Bulgaria, indicativi del crescente livello di aggressione portato all’indipendenza della magistratura sia con attacchi ai singoli giudici che con proposte di riforma volte a limitarne la libertà di associazione.
Le accuse rivolte pubblicamente da esponenti politici ed istituzionali ai giudici della Corte di Appello di Sofia - che nello scorso settembre hanno concesso la libertà condizionale a un cittadino australiano - di aver agito per finalità estranee ai fini di Giustizia, accompagnate dalla richiesta di interventi sanzionatori o di destituzione dei magistrati, e dall’amplificazione di tali accuse attraverso i media e con manifestazioni di protesta nelle piazze, non rappresentano esercizio del diritto di critica, che in ogni stato deve essere pienamente garantito, anche rispetto alle decisioni giudiziarie.
Costituiscono invece una grave forma di delegittimazione dell’ istituzione giudiziaria attraverso una inaccettabile strumentalizzazione del forte impatto emotivo del fatto di reato sulla pubblica opinione.
A questo proposito, MEDEL ricorda che l'art. 10, par. 2, della Convenzione europea dei diritti dell'uomo afferma espressamente che l'esercizio della libertà di espressione, "poiché comporta doveri e responsabilità, può essere soggetto a tali formalità, condizioni, restrizioni o sanzioni (....) per mantenere l'autorità e l'imparzialità della magistratura".
Medel apprende con eguale preoccupazione che in tale contesto il Supreme Judicial Council, attraverso una dichiarazione pubblica del Juges’ College, ha preso posizione affermando che i giudici hanno “oltrepassato il confine fra legge e giustizia”, investendo della questione l’Ispettorato del Consiglio Superiore per l’avvio dell’azione disciplinare contro i giudici componenti della Corte, e che sono stati in questi giorni nuovamente riproposti in Parlamento proposte di riforma per limitare la libertà di associazione dei magistrati.
A fronte della grave situazione delineata dall’insieme di queste circostanze per l’indipendenza del sistema giudiziario, richiamando i principi della dichiarazione di Sofia del 17.11.2018, MEDEL ribadisce che :
-come sottolineato dal CCJ nel parere n. 18 (2015), La posizione della magistratura e la sua relazione con gli altri poteri dello stato in una democrazia moderna, “esiste un chiaro confine tra libertà di espressione e legittima critica da un lato e mancanza di rispetto e indebite pressioni sul potere giudiziario dall'altro. I politici non dovrebbero usare argomenti semplicistici o demagogici per fare critiche alla magistratura durante le campagne politiche e non devono mai incoraggiare la disobbedienza alle decisioni giudiziarie e tanto meno la violenza contro i giudici.I poteri esecutivo e legislativo hanno il dovere di fornire tutta la protezione necessaria e adeguata laddove le funzioni dei tribunali siano messe in pericolo da attacchi o intimidazioni dirette ai membri della magistratura. I commenti critici non equilibrati da parte dei politici sono irresponsabili e causano un grave problema perché la fiducia della collettività nella magistratura può quindi essere indebitamente o deliberatamente indebolita. In tali casi, la magistratura deve sottolineare che tale comportamento costituisce un attacco alla costituzione di uno stato democratico nonché un attacco alla legittimità di un altro potere statale. Tale comportamento viola anche gli standard internazionali ”(paragrafo 52);
- i Consigli di giustizia hanno un ruolo fondamentale nella tutela l'indipendenza della magistratura e nella difesa dei singoli giudici svolgendo in modo coerente il loro ruolo di garanti; tale ruolo è cruciale per la protezione dell'indipendenza della magistratura quando la separazione dei poteri è messa in pericolo dai tentativi politici di sfruttare decisioni giudiziarie specifiche e di esercitare pressioni su singoli giudici che chiedono sanzioni e procedimenti disciplinari per il contenuto delle loro decisioni;
secondo i principi contenuti nella Raccomandazione CM / Rec (2010) 12 adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa sulla libertà di associazione dei giudici (p. 25) “i giudici devono essere liberi di formare e unirsi in organizzazioni professionali con gli obiettivi di garantire la loro indipendenza, tutelare i loro interessi e promuovere lo stato di diritto ”.
MEDEL invita a considerare l'impatto che situazioni analoghe a quelle sopra descritte assumono per la tenuta complessiva dello stato di diritto negli stati membri, in linea con quanto affermato nella Comunicazione della Commissione Europea - COM (2019)163, del 3 aprile 2019 laddove si sottolinea che "la magistratura è di importanza fondamentale per lo Stato di diritto" e che “i tentativi da parte dei politici di minarne l'indipendenza e di non rispettare la forza vincolante delle sue decisioni - esercitando pressioni politiche o di altro tipo su singoli giudici, mediante interferenze in casi specifici, il mancato rispetto delle decisioni giudiziarie o la riapertura di decisioni giudiziarie definitive”- rappresentano segnali di allarme per lo Stato di diritto.
MEDEL rinnova il suo sostegno e la sua solidarietà ai giudici minacciati e all’Associazione dei Giudici Bulgari.
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