Droga e tossicodipendenza, il proibizionismo alla prova dei fatti

Penale

Droga e tossicodipendenza, il proibizionismo alla prova dei fatti

"Dal convegno di Md stimolo a confronto serio anche in Italia"

ROMA - Esperti e magistrati di Paesi europei e sudamericani, invitati da Magistratura democratica, Forum Droghe e Gruppo Abele,  stanno confrontandosi sul tema del “proibizionismo alla prova dei fatti”. Da molti anni una parte significativa della cultura politica e giuridica afferma che le politiche repressive non sono efficaci, favoriscono i fenomeni corruttivi e comportano violazioni inaccettabili della dignità della persona. Adesso anche gli organismi internazionali, come in parte l'UNODC e oggi l'autorevole “Commissione globale per le politica sulla droga” si sono espressi pubblicamente in termini critici verso l’approccio repressivo e sollecitano una correzione di rotta.

E’ indispensabile che anche nel nostro Paese i politici, i giuristi e gli operatori riaprano un confronto serio e concreto che abbandoni posizioni ideologiche e percorra la strada di un approccio elastico e proporzionato ai temi del consumo e del commercio di sostanze stupefacenti, che riservi la criminalizzazione ai soli fatti gravi, che disegni risposte rapportate alle diverse situazioni, che impieghi in modo intelligente le risorse pubbliche e che, soprattutto, si incentri sul rispetto dei diritti e della dignità di ogni persona.


Luigi Marini (presidente di Magistratura democratica)

11/05/2011

Articoli Correlati

Comunicati

25 Aprile, Costituzione, giurisdizione


Il fascismo fu anche giurisdizione.


Fu il Tribunale speciale per la difesa dello Stato istituito nel 1926 (e ricostituito nella Repubblica sociale italiana) che inflisse agli antifascisti decine di migliaia di anni di reclusione, confino, sorveglianza speciale di polizia.


Fu il “servile e osannante conformismo” (parole di Umberto Terracini, presidente dell’Assemblea Costituente) condiviso da una parte della magistratura e da buona parte delle “alte magistrature” immortalate nella cronaca dell’apertura dell’anno giudiziario del 1940 mentre acclamano il duce che riceve i capi degli uffici giudiziari a Palazzo Venezia.


La democrazia costituzionale esige che il quadro normativo che regola lo svolgimento della funzione giusrisdizionale non diventi lesione del ruolo costituzionale della giurisdizione; e che, nell’intera loro attività, i magistrati riescano a “essere la Costituzione” rifiutando il conformismo, non nelle sue ultime e drammatiche esternazioni ma sin dalle sue prime manifestazioni.

Comunicati

La riforma del Testo unico sulla dirigenza giudiziaria: un’opportunità da cogliere senza esitazioni


Magistratura democratica, ad esito di una elaborazione collettiva del gruppo, maturata nel tempo, offre alla riflessione delle istituzioni, della magistratura associata e di tutti i magistrati e i giuristi, una riflessione sull’attuazione del decreto legislativo n. 44 del 2024.


I compiti che il CSM dovrà svolgere per attuare la riforma della dirigenza giudiziaria consentono, se lo si vorrà, di dare strumenti per la trasparenza e la leggibilità delle scelte, che valorizzando la scelta di criteri generali piuttosto che di criteri sulla singola nomina, può consentire di combattere l’indispensabile battaglia contro il carrierismo e il clientelismo da troppo tempo rimandata.

Comunicati

Garanzia o interferenza?


La giornata delle cronache del mondo giudiziario si apre con la notizia di un ulteriore episodio di voto decisivo del Vice presidente del CSM, questa volta ago della bilancia nella nomina del Presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria.

Comunicati

Carcere e gravidanza


È di questi giorni la notizia di una giovane donna tunisina, tratta in arresto a novembre per possesso di stupefacente, sottoposta a custodia cautelare presso la Casa circondariale di Sollicciano, in stato di gravidanza e costretta dopo quattro mesi ad abortire per motivi di salute.

Giornata internazionale delle donne in magistratura, 10 Marzo 2024

MEDEL celebra la Giornata del 10 Marzo, sottolineando ancora una volta l'impegno delle donne per la giustizia e per lo Stato di diritto.


Ovunque, le donne hanno portato un cambiamento democratico all'interno dei sistemi giudiziari: una nuova idea di uguaglianza che ha favorito il progresso della cultura dei diritti; una nuova concezione dell'apertura e della rappresentatività - e una maggiore legittimità democratica - dei sistemi giudiziari in tutto il mondo.