Immigrazione
Md, no a scorciatoie antigarantiste nelle indagini sulla tratta dei migranti
Md: No a scorciatoie antigarantiste nelle indagini sulla tratta dei migranti
Gli organi di informazione hanno dato risalto alle dichiarazioni del Procuratore della Repubblica di Catania sull'asserita esistenza di un «gravissimo fenomeno criminale» legato al finanziamento, da parte di organizzazioni criminali dedite al traffico di essere umani, di alcune ONG impegnate nel salvataggio in mare dei migranti.
Si tratterebbe, secondo le parole dello stesso Procuratore − verosimilmente ascrivibili a un malinteso tentativo di far emergere alcune preoccupazioni − di una «certezza» basata su «fonti di conoscenza reale ma non utilizzabile processualmente».
Riteniamo che la diffusione da parte di chi rappresenta l'autorità giudiziaria di tali notizie − fra l'altro accompagnate dalla precisazione che si tratta di fonti non acquisite nel corso di attività di indagine e dunque non pubblicamente verificabili − rischi di danneggiare unicamente le persone e le associazioni impegnate a salvare in mare quante più persone possibili e finisca per fornire argomenti a chi persegue la strategia di delegittimazione, a fini politici ed elettorali, dell'operato prezioso delle ONG.
Vicende come questa, inoltre, rendono concreto il pericolo di alimentare nell'opinione pubblica una grave confusione sulla funzione del diritto penale e sui compiti della giurisdizione, senza alcun vantaggio in termini di accertamento dei reati e dei fenomeni di inquinamento denunciati.
Sono allarmanti le dichiarazioni dell'on. Di Maio, riportate oggi dalla stampa e non smentite, sulla necessità di modifica normativa «affinché la procura di Catania possa utilizzare» quelle «intercettazioni come prove per un processo»: si prospettano in tal modo soluzioni che rischiano di creare precedenti pericolosi per tutti i cittadini, esposti all'uso processuale di dati conoscitivi acquisiti ad altri fini e, per questo, con procedure non vincolate dal rigoroso e inderogabile sistema di garanzie previsto per la formazione della prova e l'accertamento della responsabilità penale.
Saremo in grado di vincere le grandi sfide che ci pone l'immigrazione solo se sapremo apportare un contributo di conoscenza e consapevolezza a un dibattito pubblico troppo spesso dominato da allarmismi, mistificazioni e strumentalizzazioni e riaffermare i principi dello stato di diritto e della tutela delle libertà individuali contro la tentazione di pericolose scorciatoie antigarantiste.
Comitato esecutivo di Magistratura democratica, 29 aprile 2017
Articoli Correlati
Comunicati
Magistratura democratica sulla nomina del Garante dei diritti delle persone private della libertà
Apprendiamo dalla stampa che il Consiglio dei ministri ha deliberato la nomina del nuovo Garante dei diritti delle persone private della libertà. La scelta è ricaduta sulla persona di Riccardo Turrini Vita, la cui conoscenza del mondo del carcere è fuori discussione.
La questione che ci sentiamo di sottolineare con urgenza è un’altra ed è davvero delicata.
Comunicati
DDL 1660. Se la scelta repressiva alimenta l’insicurezza e la distanza dalle istanze sociali.
In questi giorni è all’attenzione della Camera dei deputati il DDL 1660 [Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario], di iniziativa governativa [proponenti i ministri Crosetto, Nordio, Piantedosi].
Domani potrebbe essere qualunque magistrato
Il caso di Emilio Sirianni
Il mancato riconoscimento della settima valutazione di professionalità a Emilio Sirianni, a causa delle opinioni personali e politiche dallo stesso espresse in conversazioni private intercorse con un conoscente e intercettate nell'ambito di un procedimento penale avviato nei confronti di quest’ultimo, mette in crisi le libertà costituzionali fondamentali che in uno stato democratico sono riconosciute a tutti i cittadini, magistrati inclusi.
Comunicati
Nuovo scandalo al Consiglio Superiore della Magistratura. Come ritrovare la fiducia nell’istituzione?
Le ultime cronache provenienti dal CSM ci restituiscono crude immagini che costituiscono ulteriore dimostrazione della pericolosa china che stanno percorrendo il sistema di governo autonomo della magistratura e la nostra democrazia: un giudice disciplinare che parla riservatamente con un’incolpata (magistrata, che, inopinatamente, cerca – e, altrettanto inopinatamente, ottiene – un contatto riservato con il “suo” giudice); che si mostra sensibile alle segnalazioni di altri componenti del CSM; che si mostra sensibile alle segnalazioni di “amici degli amici”; che si spinge a rappresentare la disponibilità a usare un occhio di riguardo, per quanto possibile; che esplicitamente afferma di violare il segreto della camera di consiglio.
Comunicati
Ultime nuove in materia penale, tra vuoti selettivi di tutela e misure dannose per i processi e per gli obiettivi del PNRR
Giunge ad un triste epilogo l’epopea, nel diritto penale italiano, del delitto di abuso d’ufficio.
L’articolo 323 del codice penale sin dal 1990 ha subito modifiche che, oltre a intervenire in maniera oscillante sul trattamento sanzionatorio, lo hanno ridefinito più volte nei suoi elementi essenziali. La norma di chiusura nella tutela penale del bene pubblico ha avuto vita non facile.