In memoria di Pino Airò

In memoria di Pino Airò

di Esecutivo di Magistratura Democratica
Magistratura Democratica lo ricorda attraverso le parole di due amici

 

"Pino Airò è stato un grande uomo, prima che un grande magistrato. Per lui il "mestiere" di giudice era inscindibile dalla sua profonda umanità: uomo, chiamato a giudicare altri uomini e donne, prima che imputati. E gli imputati - tutti, anche gli autori di crimini efferati - e i loro difensori riconoscevano e rispettavano in lui innanzitutto l'uomo, chiamato ad applicare la legge, anche con severità, se necessario, ma sempre con attenzione, garbo e rispetto per le vite degli altri. Pino era autorevole, senza bisogno di essere autoritario. Pino era entusiasta di poter condividere la sua grande esperienza con i colleghi più giovani. Pino riusciva a coinvolgere e motivare chiunque avesse la fortuna di lavorare con lui. Si era appassionato all'organizzazione e credeva fermamente che noi magistrati dovessimo "sollevare la testa dalle carte e dai fascicoli" e occuparci anche di come far funzionare meglio gli uffici per dare un servizio efficiente ed efficace alla collettività in nome della quale amministriamo la giustizia. Pino credeva profondamente nella necessità di dialogare col territorio, con gli altri enti, di trasformare il palazzo di giustizia da una torre d'avorio in una casa di cristallo al servizio degli altri. Pino è stato il mio maestro, il mio presidente, uno dei miei più cari amici, un "fratello" maggiore. Mi mancherà, ci mancherà tantissimo"

 Giusi Barbara

 

 

"La scomparsa di Pino Airó è uno di quei colpi bassi nella vita che ti lascia senza fiato. Eravamo entrati insieme in magistratura oltre 40 anni fa e, destinati lui a Monza ed io a Milano, avevamo partecipato con entusiasmo a quella faticosa, ma eccitante stagione di rinnovamento della magistratura italiana cercando di far vivere nella nostra attività i valori della Costituzione. Lui, giudice istruttore a Monza, si era scontrato con una Procura immobile, attenta agli equilibri politici e ai poteri consolidati, e con tenacia e costanza aveva gestito processi all’insegna della giustizia eguale per tutti. Questo ha caratterizzato la sua attività giudiziaria, senza sbavature e cadute, senza furori e sempre con equilibrio e con quel sorriso che dava sicurezza e serenità. È quel sorriso e quella serenità che ha conquistato tanti, colleghi, avvocati e personale che per lui erano disposti a tutto. Un amico mi ha detto che pochi possono capire quello che Airó è stato per Monza e per il suo Tribunale. È vero. É stato una colonna, il rifugio ove chiedere consiglio, la persona cui rivolgersi che dava tranquillità e sicurezza con quel modo di fare pacato, deciso e sorridente. Ed il suo rapporto con Monza, lui che veniva dalla Puglia, ma che ormai era un brianzolo nell’anima con pragmatismo e legame con il territorio. Tante volte gli abbiamo chiesto di spostarsi per altri incarichi, anche molto prestigiosi, per beneficiare delle sue capacità organizzative e professionali, ma sempre incontrando cortesi e affettuosi rifiuti. E poi l’ultima stagione vissuta insieme per la diffusione delle buone pratiche, per la digitalizzazione, per la modernizzazione della giustizia. Una stagione entusiasmante, partita con Innovazione per Area (una decina di magistrati, poi estesasi a personale, esperti di organizzazione, professori universitari), che ha cercato di lanciare l’innovazione organizzativa e tecnologica nel mondo della giustizia, con un ruolo di critica, pungolo e proposta nei confronti del Ministero e con una costante interlocuzione con uffici giudiziari, avvocatura e Università. In questo ambito Pino aveva realizzato uno dei più bei progetti con la realizzazione degli sportelli territoriali per la volontaria giurisdizione. Un progetto che aveva vinto premi anche in Europa. Un seme fecondo se oggi parliamo in tutta Italia di sportelli di prossimità in tutta Italia. E da allora, anche per la lontananza dei luoghi dove lavoravamo, erano diventate quasi un’istituzione le cene periodiche con Walter Mapelli, ed i professori universitari che ci avevano supportato nel percorso di best practices e progetti. Cene sempre rivolte al futuro, a nuovi progetti, a proposte che potessero migliorare il nostro lavoro ed il servizio. Capire cosa è successo è difficile. Anche se continuare a farsi carico dei problemi degli altri é usurante, anche se vivere in un mondo che appare dominato dal rancore e non dalla speranza é costoso. E poi vengono i sensi di colpa. Come mai non abbiamo capito ? Dove eravamo? Sempre travolti dalle mille piccole questioni quotidiane in cui ci affanniamo, spesso dimentichiamo cosa è davvero importante. Ci mancherà il tuo sorriso, Pino. Ma comunque ci accompagnerà."

 Claudio Castelli

12/11/2019

Articoli Correlati

Ci ha lasciati Luigi De Marco, uno dei fondatori di Magistratura democratica


È chiaramente impossibile esaurire in poche righe il ricordo di una persona che, per la magistratura tutta (e per Magistratura democratica in particolare), è stata importante.

A vent'anni da Genova 2001

Non dimenticare, guardando avanti

A vent'anni dai fatti di Genova ci troviamo a constatare la persistente difficoltà della giurisdizione nell'entrare, in profondità, nei fatti di abuso contro le persone private della libertà e nell'accertare le reali dinamiche degli eventi. Insistere oggi, comepiù di vent'anni fa, per la migliore attuazione della speciale protezione che la Costituzione assegna alle persone private della loro libertà è il modo più sincero e propositivo di ricordare le immagini indelebili della Caserma di Bolzaneto e della scuola Diaz.

Ricordando Walter

Ciao Walter, addio amico amato: modello dell’essere e del fare

È già trascorso un anno da quando Walter Mapelli ci ha lasciato. Walter faceva parte della comunità di Magistratura democratica. Desideriamo ricordarlo con le parole di Olindo Canali, che ringraziamo per questo suo bel ritratto di Walter.

In ricordo

L’attualità dell’insegnamento e della testimonianza di Salvatore Senese

In tutte le sue diverse esperienze di “magistrato impegnato” ha mostrato come la fermezza sui valori e sulle idee debba unirsi all’ascolto e al confronto rifuggendo sempre da ogni settarismo

In ricordo

Per Salvatore Senese

Il vuoto lasciato dalla sua scomparsa non è di quelli che possano essere facilmente colmati. Non lo sarebbe stato in nessuna fase della vita di Magistratura democratica. Ma oggi, con tutto quello che sta succedendo, è facile capire che quel vuoto rimarrà per molto tempo ad ammonirci

In ricordo

Salvatore Senese, la sua lezione di fronte allo squallore di oggi

Proponiamo il brano di Luigi Ferrajoli pubblicato da il manifesto del 18 giugno 2019.

Nelle sue parole, il miglior antidoto alla demagogia di chi chiede il dissolvimento delle associazioni e, così facendo, impedisce un reale cambiamento delle stesse o propone di cambiare tutto per non cambiare niente. (L’Esecutivo nazionale di Magistratura democratica)

In ricordo

In quella voragine è finita anche una parte dello Stato

La voragine di Capaci ci sollecita a non perdere mai il senso dello Stato e a non restare intrappolati tra tentazioni carrieristiche, timori reverenziali, atteggiamenti burocratici ed individualismi esasperati

Ricordando Walter

Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta

Oggi al duomo di Monza una folla di donne e di uomini ha salutato Walter Mapelli, Procuratore della Repubblica di Bergamo che ci ha lasciato l’8 aprile, dopo una lunga malattia