Comunicati

Ordinanza Alemanno, preoccupazione di Md

"Si limitano libertà irrinunciabili dei cittadini"

ROMA - Magistratura Democratica esprime preoccupazione per l'ordinanza adottata dal Sindaco del Comune di Roma lunedì17 ottobre, con la quale sono vietati per un mese i cortei nel I Municipio della città. Il provvedimento comprime la libertà di riunirsi e di manifestare pacificamente e “senza armi” in luogo pubblico. Si tratta di libertà irrinunciabili per uno stato democratico.

L’articolo 17 della Costituzione prevede limitazioni soltanto a fronte di "comprovati" motivi di sanità o incolumità pubblica. Il dato che, in occasione della manifestazione di sabato 15 ottobre si siano verificati gravi e censurabili fatti di violenza, non autorizza a pensare che ogni corteo, da chiunque organizzato e per qualsiasi motivo, rechi in sé il pericolo del ripetersi di atti pericolosi per l'incolumità dei cittadini.

L'ordinanza capitolina, poi, oltre a richiamare non meglio definite esigenze di prevenzione rispetto a rischi di "turbativa sociale", allude alla tutela della libera mobilità e circolazione. Pur nella comprensione del disagio che i cortei possano causare al traffico, deve osservarsi che la Costituzione non consente certamente di vietare manifestazioni, oltretutto per un così lungo lasso temporale, soltanto in vista di ragioni di speditezza della circolazione stradale.

E’ allarmante la prospettiva culturale alla base della ordinanza del Sindaco di Roma che tratta le libere riunioni di cittadini e organizzazioni alla stregua di situazioni di per sé pericolose e fastidiose, o addirittura quali vere e proprie emergenze.

Nel corso delle manifestazioni del 15 ottobre, le aggressioni fisiche ai danni degli agenti di polizia, l’incendio dei cassonetti o i danneggiamenti alle vetrine sono inammissibili e vanno puniti. Ma le proteste non possono valutarsi in blocco e pregiudicare i diritti di tutti senza distinzioni, per il futuro. Certo non è agevole il compito selettivo affidato alle forze dell’ordine. Ma le risposte della politica, così come quelle giudiziarie, devono sapere distinguere, quando in gioco ci sono diritti fondamentali del cittadino.

La forza della democrazia sta nella capacità di utilizzare con fermezza la legalità ordinaria

Piergiorgio Morosini (Segretario Generale di Magistratura Democratica)

20/10/2011

Articoli Correlati

Comunicati

Magistratura democratica sulla nomina del Garante dei diritti delle persone private della libertà


Apprendiamo dalla stampa che il Consiglio dei ministri ha deliberato la nomina del nuovo Garante dei diritti delle persone private della libertà. La scelta è ricaduta sulla persona di Riccardo Turrini Vita, la cui conoscenza del mondo del carcere è fuori discussione.


La questione che ci sentiamo di sottolineare con urgenza è un’altra ed è davvero delicata. 

Comunicati

DDL 1660. Se la scelta repressiva alimenta l’insicurezza e la distanza dalle istanze sociali.


In questi giorni è all’attenzione della Camera dei deputati il DDL 1660 [Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario], di iniziativa governativa [proponenti i ministri Crosetto, Nordio, Piantedosi].

Domani potrebbe essere qualunque magistrato

Il caso di Emilio Sirianni


Il mancato riconoscimento della settima valutazione di professionalità a Emilio Sirianni, a causa delle opinioni personali e politiche dallo stesso espresse in conversazioni private intercorse con un conoscente e intercettate nell'ambito di un procedimento penale avviato nei confronti di quest’ultimo, mette in crisi le libertà costituzionali fondamentali che in uno stato democratico sono riconosciute a tutti i cittadini, magistrati inclusi. 

Comunicati

Nuovo scandalo al Consiglio Superiore della Magistratura. Come ritrovare la fiducia nell’istituzione?


Le ultime cronache provenienti dal CSM ci restituiscono crude immagini che costituiscono ulteriore dimostrazione della pericolosa china che stanno percorrendo il sistema di governo autonomo della magistratura e la nostra democrazia: un giudice disciplinare che parla riservatamente con un’incolpata (magistrata, che, inopinatamente, cerca – e, altrettanto inopinatamente, ottiene – un contatto riservato con il “suo” giudice); che si mostra sensibile alle segnalazioni di altri componenti del CSM; che si mostra sensibile alle segnalazioni di “amici degli amici”; che si spinge a rappresentare la disponibilità a usare un occhio di riguardo, per quanto possibile; che esplicitamente afferma di violare il segreto della camera di consiglio.

Comunicati

Ultime nuove in materia penale, tra vuoti selettivi di tutela e misure dannose per i processi e per gli obiettivi del PNRR


Giunge ad un triste epilogo l’epopea, nel diritto penale italiano, del delitto di abuso d’ufficio.


L’articolo 323 del codice penale sin dal 1990 ha subito modifiche che, oltre a intervenire in maniera oscillante sul trattamento sanzionatorio, lo hanno ridefinito più volte nei suoi elementi essenziali. La norma di chiusura nella tutela penale del bene pubblico ha avuto vita non facile.