Rodotà lancia nuovo sito di Md

di Esecutivo di Magistratura Democratica
"Canale diretto con la società"

di Stefano Rodotà

Nel rinnovamento culturale della magistratura italiana ha avuto un ruolo particolare il superamento di quella che era stata definita come la sua “separatezza” dalla società. Si trattò di una scelta niente affatto retorica o di facciata. Si facevano crescere, insieme, responsabilità e trasparenza dell’azione giudiziaria. Soprattutto si ricomponeva l’unitarietà dell’ordine giuridico, fino a quel momento amputato della possibilità di riconoscere nella sua pienezza il ruolo proprio della Costituzione nell’amministrare giustizia.

Superamento della separatezza. E la separatezza veniva così rotta con il determinante contributo della più alta fonte giuridica, consentendo il collegamento con tutti gli interessi meritevoli di tutela, quali sono appunto riconosciuti e garantiti dalle norme della Costituzione. Non una operazione puramente volontaristica, dunque, ma il collegamento con la società attraverso la ricostruzione della legalità costituzionale. 

Reti sociali. L’approdo al nuovo mondo delle reti sociali può essere considerato come un rinnovato passo nella direzione della eliminazione della separatezza, creando un canale di comunicazione diretta con la società. Mi sembra una decisione opportuna, perché riprende le due questioni chiave della trasparenza e della responsabilità. Introduce, però, anche un elemento congeniale alla dimensione della rete, quello della possibilità del dialogo, della conoscenza e della condivisione. Di questo si ha bisogno per andare oltre le riflessioni chiuse o autoreferenziali, per avere un ascolto e uno scambio con l’opinione pubblica, ormai vitali per qualsiasi istituzione.Ma non siamo di fronte soltanto ad una migliore comunicazione con l’esterno.

Cambio di passo culturale. Non si può nascondere un dato di realtà, rappresentato da un inaridirsi della discussione, della elaborazione culturale da parte della stessa magistratura, eredità di un, ahimè, interminato tempo di aggressioni e conflitti che ha obbligato la magistratura ad una guerra di trincea che ne ha spesso esaurito le forze e l’attenzione. Nel momento in cui ci si apre istituzionalmente, questa attitudine non può essere più coltivata, sopravviene una sorta di vincolo esterno che obbliga ad un confronto continuo, ad una critica non celata, ad una verifica continua dell’adeguatezza degli strumenti adoperati. Non una generica modernizzazione tecnologica, dunque, ma un cambio di passo culturale.

07/07/2011

Articoli Correlati

Eventi

I venti anni del Progetto Gutenberg Calabria


Quest’anno anche Magistratura democratica partecipa all’organizzazione della Fiera del Libro, della Multimedialità e delle Musica, l’evento conclusivo del Progetto Gutenberg edizione 2023, che ha come tema Vite sospese

dal Consiglio nazionale

Attualità di un'eresia


Per ragionare sull’attualità conviene ri-andare brevemente alle origini della nostra eresia, alle origini di un intervento sempre più intenso e ricco. 

da Lista iscritti

Sul Consiglio nazionale di Magistratura democratica


Chi ha seguito i lavori dell’incontro di sabato dedicato a Salvatore Senese è stato, come me, sollecitato da mille suggestioni. Provo a sviluppare qualche riflessione e a raccogliere alcune considerazioni già emerse in esecutivo.

Consiglio nazionale

Attualità di un'eresia


15 aprile 2023

Md Story

Attualità di un'eresia - Consiglio nazionale 15 e 16 aprile


Consiglio nazionale 15 e 16 aprile

Md Story

Attualità di un'eresia - Consiglio nazionale 15 e 16 aprile


Consiglio nazionale 15 e 16 aprile

Ordinamento

Magistratura democratica sulle lentezze nelle procedure di conferma


Con la riforma Castelli-Mastella, si è affermato il principio di temporaneità nell’esercizio delle funzioni semi-direttive e direttive. L’idea di fondo era quella di privilegiare il profilo delle attitudini a discapito di altri indicatori – come l’anzianità – che poco avevano a che fare con le competenze organizzative.

da Lista iscritti

Riforme? "in forma chiara e precisa"


L'intervista di Stefano Musolino al Foglio del 23 marzo scorso è titolata, inequivocamente, "Md vs. Nordio".
E in effetti le argomentate critiche alle prese di posizione del ministro della Giustizia esordiscono con un'affermazione, condivisibile, che ne è la cornice: "sembra che il ministro Nordio continui a parlare per slogan e che non abbia una visione organica di quella che secondo lui dovrebbe essere un'adeguata riforma del sistema giudiziario e del processo penale".

2'MD

Le ragioni di una lunga vitalità


Elisabetta Cesqui, già sostituto Procuratore generale presso la Procura Generale della Corte di Cassazione, mette in luce in questo 2’md le peculiarità storiche e sociali di Magistratura democratica. Un patrimonio collettivo di valori di cui c’è ancora bisogno.