Noi e Medel
Sullo scioglimento del CSM e le minacce all’indipendenza della Giustizia in Tunisia
Minaccia all'indipendenza della giustizia in Tunisia: non dobbiamo abbandonare la causa per una giustizia democratica in Tunisia. Abbiamo solo un mondo in cui la giustizia è un valore prezioso della democrazia e dove l'indipendenza della giustizia e i principi dello stato di diritto e della separazione dei poteri devono prevalere.
Se le terribili notizie sull'invasione dell'Ucraina occupano le nostre menti e richiama la nostra mobilitazione, Medel resta attenta agli attacchi a questi principi in molti paesi e in modo particolare in Tunisia, un paese dove nonostante le molte difficoltà dopo la rivoluzione dei gelsomini, si poteva sperare in uno stato di diritto. Molti aderenti a Medel hanno avuto l'opportunità di compiervi missioni e di apprezzare l'ospitalità del popolo tunisino e il suo impegno per il cambiamento democratico avviato dalla rivoluzione.
Tutti hanno nella memoria le immagini della rivolta tunisina del dicembre 2010-gennaio 2011. Questa manifestazione improvvisa della forza popolare degli ideali democratici ha scosso molti altri paesi arabi. L'interesse per la "primavera araba" si è però indebolito quando, nonostante le legittime aspirazioni dei popoli, si sono installati regimi autoritari, tollerati dal concerto delle nazioni in nome della lotta contro il terrorismo islamico.
In Tunisia, tuttavia, questo momento storico sembrava stabilizzato nel tempo grazie al successo della transizione verso una Costituzione innovativa e una società civile attiva. La giustizia era centrale nella riforma dell'organizzazione istituzionale. Dalla Costituzione ci si aspettava una trasformazione significativa: veniva proclamata l'indipendenza di tutti i sistemi della giustizia - amministrativo, finanziario e giudiziario- , inclusa anche la magistratura requirente.
In questo nuovo panorama istituzionale, la creazione di un nuovo Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) era diventata la pietra angolare della costruzione di una magistratura indipendente. Nel Csm creato dalla Costituzione e dalla legge, giudici, accademici e avvocati erano tutti eletti dai loro pari.
Il Csm aveva autonomia amministrativa e finanziaria. Eleggeva il suo presidente tra i suoi membri, che erano magistrati del più alto grado, ed elaborava un progetto di bilancio, che presentava alla commissione competente del Parlamento.
La fine della transizione verso lo Stato di diritto democratico in Tunisia?
Dopo aver assunto i pieni poteri “sospendendo” il Parlamento, il presidente tunisino Kaïs Saïed ha attaccato la magistratura. In primo luogo, ha annunciato la sua intenzione di sciogliere il Consiglio Superiore della magistratura, iniziativa che è stata denunciata da tutti gli organismi internazionali come l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo e l'Unione europea, che sostiene la transizione democratica del paese.
Il presidente Kaïs Saïed ha, nonostante tutto, emesso il decreto di scioglimento del Csm e istituito un Consiglio provvisorio, senza limiti di durata.
Ognuno dei tre consigli è composto da quattro membri designati in ragione delle loro funzioni. Per la magistratura ordinaria, si tratta dei capi della Corte di Cassazione, del direttore dei servizi giudiziari del Ministero della giustizia e del presidente del "Tribunale immobiliare" di Tunisi. Inoltre, ci sono tre membri nominati dal presidente che devono già essere in pensione.
Il presidente può "opporsi" ai trasferimenti e alle promozioni decise dal Consiglio provvisorio. Se quest'ultimo non si adegua, può decidere lui stesso sui magistrati interessati dai provvedimenti.
In materia disciplinare, spetterà al presidente chiedere al Csm di licenziare i magistrati da lui nominati. Il Csm sarà allora obbligato a sospendere i magistrati interessati e a decidere entro un mese. Se questo termine non sarà rispettato, il presidente stesso provvederà a destituire i giudici.
Tutti i nuovi membri dell'alto consiglio provvisorio hanno già prestato giuramento.
La violazione della Costituzione con lo scioglimento del Csm e la successiva assunzione di un Csm "provvisorio" da parte dell’esecutivo compromette seriamente lo stato di diritto, il principio della separazione dei poteri e l'indipendenza della magistratura come sancito dal diritto internazionale.
Medel non può rimanere in silenzio di fronte a questi gravi avvenimenti in Tunisia e continuerà a mobilitarsi a fianco dei giudici tunisini e di tutti coloro che hanno a cuore i valori democratici per questo paese e che aspirano a un futuro sereno nella pienezza di una democrazia che lascia il posto che gli spetta a una giustizia indipendente e a un libero diritto di difesa.
Cluj, 19 marzo 2022
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