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L'Anm su vicenda Procuratore Bari
L’Anm sulla vicenda del Procuratore della Repubblica di Bari
L’Associazione nazionale magistrati è culturalmente impegnata a sostenere ogni iniziativa volta alla costante riflessione sugli spazi di democrazia e di efficienza attuati negli uffici giudiziari requirenti.Democrazia ed efficienza si realizzano quando chi dirige un ufficio di procura ispira il suo agire ad una condivisibile logica di responsabilità anziché di autorità, anche al fine di realizzare quella fisiologica attività di coordinamento con i sostituti procuratori.
Solo un equilibrato rapporto fra i poteri di coordinamento e indirizzo del Procuratore della Repubblica da un lato e l’indipendenza interna del singolo sostituto dall’altro è , infatti, idoneo a garantire i principi di eguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge e di reale obbligatorietà dell’azione penale. Il principio di indipendenza interna del pubblico ministero è un valore desumibile direttamente dalla Costituzione che deve essere difeso e salvaguardato per un corretto ed efficiente esercizio dell’azione penale.
In quest’ottica desta preoccupazione la lettura degli atti acquisiti nel corso della procedura consiliare di incompatibilità ambientale del Procuratore della Repubblica di Bari, da cui sembra emergere un modello di rapporti tra Procuratore della Repubblica e sostituti non in linea con la salvaguardia del principio di indipendenza di tutti i magistrati. In particolare va stigmatizzata la predisposizione di una struttura di polizia giudiziaria ubicata all’interno della segreteria del Procuratore della Repubblica e di fatto finalizzata al controllo incrociato delle indagini svolte in diversi procedimenti penali dai sostituti procuratori della repubblica.
Tutto ciò con l’effetto di derogare surrettiziamente alle regole di assegnazione e trattazione dei procedimenti, di svilire il ruolo del singolo magistrato di direzione delle indagini e di ledere l’immagine del singolo magistrato nella percezione della stessa polizia giudiziaria. Altrettanto preoccupanti sono tutti i comportamenti che si traducano in inammissibili interferenze sugli organi giudicanti.
Il principio di autonomia e di indipendenza del pubblico ministero e quello di terzietà del giudice sono fondamentali per il corretto esercizio della giurisdizione nell’interesse dei cittadini e si tengono reciprocamente, per cui ogni interferenza indebita di un organo sull’altro rischia di minare la credibilità del sistema giudiziario nel suo complesso. Così come, per altro verso, preoccupante è il mancato coordinamento tra i sostituti in presenza di indagini collegate. In conclusione, l’Anm ribadisce l’esigenza di una attuazione delle norme dell’ordinamento giudiziario in tema di assetto delle Procure della Repubblica secondo una lettura costituzionalmente orientata dei rapporti fra dirigente dell’ufficio e magistrati, che si ispiri a criteri di trasparenza, efficienza e tutela dell’autonomia del sostituto procuratore, pur in un quadro normativo che individua nel Procuratore della Repubblica il solo soggetto titolare dell’azione penale.
Roma, 13 gennaio 2012
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